venerdì 31 ottobre 2008

zucche & zucconi

Carissimi
"se Dio vuole è venerdì", come dicono gli inglesi. E così mi sono sfangata la prima settimana di radio. Sì, ho deciso che contare le sedute era troppo stressante, conterò le settimane: una su 5 è andata :-)

HALLOWEEN

Il sindaco di Padova non ha concesso uno spazio municipale ad una Festa di Halloween. Due le motivazioni: 1) E' un'americanata che nulla ha a che fare con le nostre tradizioni; 2) Recarsi - il giorno dopo una notte di bagordi - in cimitero ad omaggiare i morti è un insulto al "bon ton"; 3) rischio di vandalismi e lerciume sparso.
Concedere o meno uno spazio pubblico per una Festa di Halloween è diritto del sindaco, ma, per favore portiamo motivazioni serie: l'unica è la terza, inutile infiorettarla. Quanto all'americanata, lo è. Ma invece di respingere in toto questa festività (vano tentativo!), perché non riscoprire e riproporre ciò che era nella nostra tradizione? Le zucche con le candele dentro, i tanti dolcetti locali e regionali fatti in casa, le leggende più o meno tremende raccontate accanto al fuoco... insomma tornare anche a quella "frequentazione serena" della Morte che ormai si vive solo in modo drammatico, alla faccia del supposto Paradiso! L'idiozia poi di dire che una festa non è consona alla visita in cimitero... Ma per carità, ben vengano i banchetti e la musica in onore del defunto, come ancora in voga tra popolazioni non certo meno civili di noi.

DOLCETTO O SCHERZETTO?

DOLCETTO: Se volete mi "cospargo il capo di cenere" visto che siamo in tema, ma non sono riuscita a resistere ad un attacco consumistico. Da Auchan - in vista di Halloween - hanno allestito ben due corsie tutte dedicate al cioccolato. Io non sono golosa di dolci, ma il cioccolato (cibo degli dei) mi fa impazzire. E infatti ho proprio perso la testa: ho comperato torte, torroncini, cioccolatini, croccanti e perfino un completo da fonduta. Tutto rigorosamente fondente amaro. Una quantità da "Cioccolato Party", quindi sapete cosa vi aspetta se venite a trovarmi. Per rispetto alle mie magagne intestinali, ne mangio solo un pezzetto al giorno, quindi la scorta durerà per un pezzo. Il mio preferito è il fondente al peperoncino da sciogliere lentamente in bocca, mentre ascolto un Budda Bar. Per me è lo sballo assoluto: più di una volta mi sono trovata a piedi nudi a ballare anche da sola.

SCHERZETTO: godetevi l'allegato. Io sono diventata così "zuccona" da cascarci... Invece il trucco è a portata di mano ;-) Fatemi sapere come va a voi.

Un abbraccione
Adriana

ps. Nel week end risponderò a tutte le mail personali che mi si sono accumulate, ma che leggo quotidianamente. Grazie per essermi così vicini :-)))))))))

giovedì 30 ottobre 2008

Il Dio Telefono

Carissimi
mi sento finalmente in ripresa. Oggi ho fatto la quarta seduta di radioterapia e tutto sta procedendo per il meglio: non aspetto più di mezz'ora e la mia pelle, a cui elargisco quotidianamente ben tre diversi tipi di crema, per ora non registra problemi. A quello che succede sotto cerco di non pensarci; anzi, mentre sono stesa sul lettino fingo di farmi una lampada abbronzante.

Fra i vari problemi in corso di soluzione, avevo anche quello del lavaggio del port. Veramente mi seccava andare fino all'ospedale di Piove di Sacco per farmi semplicemente dare una siringata d'acqua. Così, martedì mattina ho cominciato a telefonare nelle varie strutture ospedaliere di Padova che potevano fare al caso mio: Hospital Day di Oncologia, Reparto di Oncologia, Centro regionale Tumori. Niente da fare! Ovunque o dava occupato, o squillava a vuoto, o si inseriva il fax. Così ieri pomeriggio, prima della seduta di radio, sono andata all'Hospital Day di Oncologia, ufficialmente aperto solo di mattina. Ho trovato un infermiere in età (simpatico e tombeur de femme) che senza perdere un secondo mi ha seduta su uno sgabellino e vuotato la famosa siringa nel port, ridendosela di appuntamenti e di impegnative mediche per un'operazione tanto banale. "Ma all'ospedale di Piove queste cose me le richiedono... è un tale casino là" gli ho detto. "Casino a Piove? - mi ha risposto - Io ho un fratello che da un anno va a fare la chemio lì e le assicuro che non è niente in confronto al casino che c'è qui". Ok, ho avuto un colpo di fortuna: la persona giusta, al momento giusto, nel posto giusto. Grazie Agostino, ma possibile che le cose filino liscie solo quando si incappa in queste rare e felici combinazioni? Ma la parola "standard" non ha proprio più alcun significato? Possibile, ad esempio, che tre reparti importanti come quelli che ho citato non possano avere un centralino efficiente?
E' incredibile come nell'epoca dei computer si ricorra ancora a così tanta carta, così come il Dio Telefono funzioni solo per le puttanate. Giusto stamattina sentivo che secondo la rilevazione fatta da una società di sondaggi di Mestre, la famiglia italiana - in piena crisi economica - è disposta a tagliare su tutto, ma non a rinunciare al cellulare. Oltre il 50 per cento dei bambini delle elementari ha il cellulare personale...
Riflessione senza alcun intento moralistico: sappiamo bene che in ogni "tribù" il rito del passaggio all'età adulta (più o meno sanguinario) è sempre stato fondamentale. Noi "civilizzati" non siamo mai stati da meno: dai pantaloni corti a quelli lunghi in altri tempi, alle chiavi di casa nei miei. Ora è il cellulare ad essere il momento dell'emancipazione? Ma non ci si rende conto che dare un cellulare ad un bimbo è consegnargli non solo le chiavi di casa, ma quelle del mondo? E magari non del migliore?

Un abbraccione
Adriana

martedì 28 ottobre 2008

Stupidi & stupiti

Carissimi
è da un bel po' di giorni che non ci sentiamo, ma non sono stati giorni "buoni". Prima ho dovuto smaltire l'ultima chemio, poi mi è venuta una brutta colica. Ne sono uscita molto spossata in un momento in cui c'erano tante cose a cui far fronte. Il risultato è stato un stress tremendo, perché la mancanza di forze mal si concilia con impegni incalzanti sia sul fronte della salute che di altro tipo. Un conto è riuscire a vivere alla giornata, diverso è subire la precarietà. Sono caduta nel malumore e nell'irritazione, quindi ho preferito defilarmi. Comunque, anche se è stato uno slalom, sono riuscita a contattare tutte le persone che mi aiuteranno a portare avanti la mia guerra.
Dell'amico cardiologo Trivellato vi ho già scritto, i miei successivi contatti sono stati questi:

Ginecologa: si è stupita che nessuno mi abbia consigliato una visita di questo tipo, visto che ho subito un cancro al seno sinistro, che ho un nodulo al seno destro e che il farmaco che sto prendendo mi provocherà una simil-menopausa. Ok, ora ho vari esami da fare.

Reumatologo: si è stupito che nessuno... ecc. e sempre per i succitati motivi. Comunque, secondo una prima diagnosi, la forma di osteoporosi rilevata dalla densitometria non ha niente a che fare con la menopausa (né prima, né seconda) e neppure con il cancro. Risale a molti anni fa e alcune coliche renali che ebbi avrebbero dovuto far pensare ad un eccesso di calcio nelle urine, perdita probabilmente causata da un malfunzionamento della paratiroide. L'averlo scoperto ora è stata una fortuna. seguono esami.

Osteopata: si è stupito che nessuno mi abbia suggerito la fisioterapia in corso di radioterapia. Ieri ho fatto il primo massaggio. E' davvero un ottimo professionista, ma vi racconterò del "contorno" appena mi sarà tornato il buonumore.

Radiologia: si sono stupiti quando infine ho telefonato per ricordare che ero in lista d'attesa. Loro se l'erano scordato. "Le troveremo un buchino" mi ha detto il tecnico. "Mi dispace ma sono a casa perché ho perso la bambina" mi ha risposto la radiologa. Ovviamente mi dispiace molto per lei, perché è davvero una cara persona, tuttavia non va bene che una struttura si inceppi se manca una persona. Comunque ho iniziato le sedute: ogni giorno alle 16 eccetto sabato, domenica e festivi.

Fra una cosa e l'altra sono giornate a "perdifiato" che mi lasciano stremata, immersa nelle carte, nelle telefonate e nella ricerca di parcheggi. Naturalmente ho la testa nel pallone e riesco a destreggiarmi solo grazie ai post it. E anche così, che disastro! Pazienza comperare due volte il dentifricio, ma si può ricomprare una forbicina per unghie appena acquistata una settimana prima????? O dover telefonare a tre amiche perché non mi ricordavo più il nome di una pianta che ho in terrazzo: una banale CAMELIA! E così mi agito, sudo e mi punge tutta la pelle! GRRRRR
Ahhh, dimenticavo... il reumatologo mi ha consigliato SOLE!!!!! Andrò sul Mar Rosso "a tempo perso" e con il burka, visti gli effetti di chemio e radio! Ok, ok... non tragedizziamo, ci andrò a primavera, subito dopo aver fatto la "prova bikini" naturalmente. Ghegheheheh.

Dai, dai... mica voglio deprimervi. Se mi tornano le forze - ovvero smettere di girarmi la testa ogni volta che da seduta mi metto in piedi - riacquisto anche il mio "sense of humor".
Da lunedì, comunque, torno in palestra. Farò quello che riesco, ma almeno mi sembrerà di essere tornata alla normalità. E, per carità, non stupitevi!

Un abbraccio
Adriana

giovedì 16 ottobre 2008

Ho un cuore sghignazzante

Carissimi
avete presente quella "faccina" (emoticon) che sghignazza con la linguetta fuori ad un lato della bocca? Ebbene il mio cuore - se preso con una certa inquadratura - è proprio così: faccia tonda tonda, due enormi cavità scure che fanno da occhi, un'altra come bocca e a "slinguettare" molto rapidamente è la valvola mitrale. Così mi è apparso ieri sul monitor mentre facevo l'eco color doppler. Mi sarei messa a mia volta sghignazzare, ma dovevo stare zitta e respirare normalmente onde non alterare le immagini. Ho cercato di mettere a parte della mia ilare scoperta, il dottor Trivellato, Mario per me e gli altri amici che l'hanno conosciuto alle mie feste di Natale, ma lui ovviamente - da esperto cardiologo - ha una visuale del tutto diversa.
Tanto per stare sulla notizia, il mio cuore sarà anche sghignazzante, ma sta benissimo. Quindi potrò affrontare la radio in tutta tranquillità.
Siccome tra i lettori di questa mailing c'è anche Mario Trivellato, racconterò il gustoso antefatto alla visita cardiologica di ieri. Avevo appuntamento per le 11.45 al Servizio di Cardiologia dell'Usl 16 diretto da Trivellato e intendevo essere puntuale sia perché lo sono per natura, sia perché alle 13 dovevo essere all'altro capo della città per sottopormi alla densitometria ossea. Sono partita da casa con ampio anticipo, per evitare di angosciarmi nella difficile ricerca di un parcheggio. Trovarlo, infatti, non è stato facile. Scendo dalla Mini e mi avvio al parcometro, ma dopo due passi sento la calza autoreggente della gamba sinistra abbandonare l'aderenza e scendere al ginocchio, ovvero in bella vista, dal momento che avevo una gonna a due palmi sopra ad esso.
Nota per i maschietti: capita che le calze autoreggenti non "reggano" se si ha la pelle troppo asciutta, ma basta spalmare un po' di crema sulla coscia e tutto torna a posto. Né stupitevi se metto le calze autoreggenti per andare ad una visita medica: non è un intento di seduzione (queste poi erano marroni e a trama fitta), solo che i collant mi danno un fastidio tremendo, anche in inverno!
Insomma mi ritrovo lì in una stradina deserta nella periferia del centro storico, senza un briciolo di crema a portata di mano e ad una discreta distanza dalla meta. Naturalmente i tentativi di rimettere a posto la calza che scendeva inesorabile ad ogni passo era tremendamente imbarazzante, seppure seduttivo per i passanti. Riguadagno finalmente la Mini e mi metto a frugare freneticamente nel cruscotto, dove scovo (o meraviglia!) un elastico che infilo subito fino alla coscia. Ma dopo tre passi, invece di uno, la calza è nuovamente al ginocchio. Nell'anfratto di un portone mi metto a fare nodi su nodi per stringere ulteriormente l'elastico che riuscirà senz'altro a bloccarmi la circolazione, ma non a tenere su la calza, come avrò modo di constatare nel giro di un minuto. Intanto i minuti passano inesorabili. Come faccio a presentarmi in queste condizioni? Non sembro più una sessantenne biricchina che porta bene la sua età, ma una sessantenne debosciata! Finalmente sbuco su una via un po' più centrale (via Beato Pellegrino), ma più caratterizzata da negozi di artigianato che di profumerie... Mi serve una cremaaaaa! Altro che Isola dei Famosi, formulo le ipotesi più improbabili: potrei entrare in un bar e chiedere del burro (ma che penseranno?), potrei ordinare un caffé, andare in bagno con la bustina di zucchero, miscelarlo con l'acqua e sperare di rendermi la coscia appiccicosa quel tanto da tenere su la calza; potrei entrare dal parrucchiere e comprare del balsamo per capelli, ma mi sa che mi rende ancora più scivolosa... Aahaha, finalmente un negozietto di alimentari: è talmente stretto che passo di misura dietro i clienti al bancone, così almeno nessuno nota la mia calza al ginocchio. Raggiungo una mensola con qualche detersivo polveroso, ma non c'è traccia di nessuna crema, manco per mobili, men che meno per le mani! Esco disperata, anche perché la strada sta finendo e poiché sbocca su una grossa arteria, non troverò più traccia di negozi. Ed ecco il miracolo: a soli cento metri dalla mia meta, vedo un'erboristeria. Arraffo una crema qualunque che sarei disposta a pagare oro, esco, mi metto dietro un cassonetto delle immondizie e incremo la coscia, la cui calza aderisce ora perfettamente. Proprio in quel momento mi squilla il cel. E' Trivellato: vuole assicurarsi che sarò puntale. Arrivo che spacco il minuto e... per forza mi scopro il cuore che sghignazza.

E ora, per "par condicio" nei confronti dei tanti medici e operatori sanitari che sto frequentando e di cui narro, voglio spendere qualche parola anche sul dottor Mario Trivellato che dirige un reparto davvero modello per efficienza e cortesia del personale. Ma Mario non è "banalmente" un cardiologo - per quanto bravo - bensì un cardiologo che mette, senza metafore, "tutto se stesso" nella sua professione. Nel senso che usa il proprio cuore per bizzarri esperimenti, quale - fra gli altri - monitorarsi in un lancio col paracadute, esercizio mai praticato prima (né dopo). Ed ha 66 anni, mica è di primo pelo. Non basta, ieri ho scoperto che lo scorso settembre si è buttato nel vuoto dal ponte più alto d'Europa, quello di Enego sulla strada che porta ad Asiago: 175 metri d'altezza. Legato ad un elastico da bungee-jumping lungo 41,5 metri di lunghezza, Mario ha fatto un salto da 165 metri in totale, con primo rimbalzo a 120 metri. "Ma perché l'hai fatto?" gli ho chiesto, riservandomi di leggere più tardi l'articolo che parlava di questa prodezza. "Per capire come il cuore reagisce alla paura" mi ha risposto candidamente. Mario, a quando il cammino sulle braci ardenti? Da tutti noi che abbiamo un cuore, grazie per il tuo impagabile entusiasmo.

Un abbraccio
Adriana

domenica 12 ottobre 2008


Buon lunedì a tutti
Sto cercando di riemergere da questa ultima chemio che è stata un po' cattivella, o forse sono io che ho accumulato "scorie venefiche". E vabbé, ormai è andata. Ora dovrei riprendermi giorno per giorno.
Ieri sono stata a pranzo con i figli a "La Vecchia Brenta", un ristorante che mi piace molto. E il tempo splendido ha fatto da vivificante cornice. (nella foto, appena finito di pranzare... possibile che sono diventata così piccola?). Ma io mi sono ugualmente stancata molto, tanto da dovermi rifugiare a letto per il resto del pomeriggio. Stancata a fare che? vi chiederete. Anche se eravamo all'aperto, il rumore e il chiacchiericcio agli altri tavoli mi hanno frastornata. Sento più che mai bisogno di quiete. Purtroppo siamo tutti costretti ad una vita chiassosa, ad un silenzio rumoroso, alla condanna del branco. E' strano come siamo pronti a metterci a dieta per il cibo, ma non per il rumore. Ricordo la quiete della Biblioteca Nazionale di Malta con i suoi sommessi scricchiolii e, soprattutto, gli odori: quello secco e polveroso degli antichi scaffali di legno, quello farinoso dei libri, ma di più mi è rimasto impresso quello degli schedari a mano con i loro cassettini odorosi di spezie. Sì, un profumo pungente e aromatico - tipo curry forse - che mi faceva venire l'acquolina in bocca. Ci ripensavo al ristorante, cercando di scacciare un filo di nausea che mi aveva colto.
Naaaa, tranquilli, non sto meditando di entrare in un convento di carmelitane scalze... Anzi mi attende una settimana piuttosto impegnativa, visto che sono diventata una "donna ad alta manutenzione".
Un abbraccio
Adriana


venerdì 3 ottobre 2008

3 ottobre 2008 - Meglio in crociera che in casa di riposo

Carissimi
eccomi qua dopo il consueto, tumultuoso ritorno a casa. Mio figlio Filippo deve arredare il suo nuovo appartamento e ha chiesto il mio aiuto. Cosa che mi ha fatto molto contenta, ma è davvero una maratona occuparsi di mobili e relativi prezzi.

Stamattina ho parlato con la radiologa, perché mi aveva detto di chiamarla qualche giorno prima dell'ultima chemio (che sarà martedì). Ho così appreso che la radioterapia non posso iniziarla prima di tre settimane dall'ultima chemio, onde evitare gli effetti dannosi da sovrapposizione. Potevo anche arrivarci da sola, ma sono stata fuorviata dal discorso che mi aveva fatto: "Se si libera prima un posto, la avvertiremo". E così sono rimasta vincolata a Lignano nel timore di una "chiamata d'urgenza". Ora invece mi trovo a dover aspettare la fine di ottobre prima di incominciare. Uffaaaaa. Penso che mi darò alla pazza gioia ;-)

Avete visto l'allegato? Certo che è un'idea fantastica (almeno pro tempore...). Del resto è da anni che i pensionati vanno in vacanza sul Mar Rosso perché è molto più conveniente della costiera romagnola.

Un abbraccio
Adriana