martedì 22 dicembre 2009

solo neve

Stupido da parte mia, mandarvi ancora una foto.
Anche l'anno scorso c'era la neve, inaspettata, come quest'anno.
E' caduta in una notte in cui non stavo bene. Ma continua a farmi sentire dentro una magia.
Le stanze si illuminano. E' come se tornasse l'estate, ma in un altro modo. Hai voglia di stare dentro, nel tepore, ma anche di stare fuori a respirare quel gelo pulito. E d'estate hai voglia di stare fuori, ma dentro per evitare il caldo.
Le stagioni sembrano un'amaca che vorrei agganciare ai Poli e dondolarmi da un lato all'altro della Terra.
Ma quando mi alzo a fatica dal divano e mi vedo così grossa a causa del cortisone, mi diventa difficile sognare e dormire. Mi sento punita, non assolta.
Adriana

domenica 13 dicembre 2009

auguri di cuore

Carissimi
due anni fa ho inaugurato una Non-Vita che mi ha portato a pensare all'essenziale. Vivere nella normalità, ma tenendomi centrata su ciò che ha senso, anche se sembra insensato.
L'anno scorso, subito dopo Natale, ho fatto una "potatura" fra amici e conoscenti. Cioè fra chi senti in qualche modo radicato dentro e chi invece è chioma al vento. Mi ero giustificata dicendo che avevo acquisito il valore del tempo, anzi del perdere tempo.
Ora, ad un anno di distanza, mi ritrovo con la stessa voglia di "potatura", ma in modo diverso. La prima era stata dettata dallo "sdegno", questa seconda dall'egoismo. Nessuna delle due è edificante, ma è comunque coerente. E non vi tedierò con le spiegazioni.
Ora sto vivendo come con un'assicurazione sulla vita: più vivo, più ci guadagno. Però... adoro Gianna Nannini, quando urla: "Ma la vita è la miaaaa". E anche... "Siamo noi la California, siamo noi la libertà..." .
Vi aspettavate citazioni colte? tipo Nietzsche: "Quando guardo l'abisso non so se sono io che lo guardo o se è lui a guardare me".
Ne volete un'altra? E' particolarmente sulla notizia, visto che alla Scala c'è stata la Prima di "Carmen" e ci hanno rotto i coglioni per giorni.... "C'è un certo fascino nel trovarsi vicino ad un essere pericoloso, soprattutto quando lo si sente dolce e socievole" (Prosper Mérimée".
Sì, ora mi sento un "essere pericoloso", perché ho attraversato il deserto, ho bevuto la mia urina (metaforicamente) pur di farcela; mi sono fatta ustionare dal sole della radio; avvelenare da piante infide... vi ricordate il tasso barabasso che entrava nella mia chemio, ma che è anche un veleno usato da Agata Crhistie? Gli altri Ninja chimici mi hanno sfibrata, invecchiata, deturpata. Ma vivo bene con il mio seno sano e con quello fantasma, ma ricettivo.
Però ancora non mi sono abituata a tante cose.
Qui, secondo me, ci va una sfilza di ;-)))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))) altrimenti viene a mancare la leggerezza nel raccontare con un mezzo che non è consono alle sfumature.

Ho paradossalmente trasgredito alla regola dell'informazione: dare la notizia all'inizio ed essere sintetici nella spiegazione.

AUGURI DI CUORE

Sms e mail hanno abituato a mandare auguri come in catena di montaggio. Unico per tutti, anche per quelli che non c'entrano più e si stupiscono di riceverli.
Voi fate quello che volete, io preferisco mandarvi un augurio che dimostri come ho pensato con affetto inviandolo.
Comincio oggi.
Un abbraccio
Adriana

venerdì 11 dicembre 2009

presepio


Come si fa a festeggiare senza il Festeggiato? Il compleanno, o almeno il pretesto di compleanno, è Suo no? E' stato bravo a riunire così tanta gente diversa, quindi, non solo per la nostalgia dei miei presepi dell'infanzia, ma per essere "politicamente corretta", dedico ogni anno un angolino che ricordi la Sua nascita. L'anno scorso, no! E' stato un anno anomalo, avevo più bisogno di tranquillità che di festeggiamenti. Anche l'amicizia, vi assicuro, può diventare un peso, quando non ci si sente più amici di se stessi. I figli stessi... ancora mi vergogno. Ero sotto Natale. Avevo cominciato le terapie nuove. Mi sentivo uno straccio. Invecchiata di dieci anni in cinque mesi. Ingiusto! La natura benigna fa invecchiare lentamente, i farmaci ti stroncano come in un video-game.
Ho fatto ai figli una terribile scenata di lacrime e accuse. Mi sentivo dentro un nido marcio, volevo allontanarli anche a costo di calci nel culo. Ero così preoccupata ... per la mia inabilità... che poteva condurre alla morte, da sentire il desiderio di insultarli, purché acquisissero autonomia... anche da me... che potevo non esserci più. Ridicolo! La separatezza non obbedisce ad alcun ordine di misura e di tempo.
Però mi sento ancora colpevole per quell'improvvisa sfuriata. Che hanno capito? Erano talmente tante le interpretazioni, che ancora cammino sul bilico di quel ricordo.

Stamattina avevo tutt'altro da fare, fra cui un'analisi del sangue, anche se niente di urgente.
Il cambiamento può essere impercettibile. "Ho il cancro, posso morire". "Non ce l'ho più, riprendo a vivere". Devi nuovamente riorganizzarti. In questo periodo di transizione non è facile. Sono portata a dubitare di tutti e di tutto. Vivere a giornata difficile, semplicemente perché sai che avrai altre giornate. E ti sembra di aver sprecato tutto il lavoro che hai fatto in te stessa.

Confusione, tanta confusione.

Questo piccolo Presepio... nella mia confusione... vi parla.

Grazie
Adriana

mercoledì 9 dicembre 2009

albero finito


Ecco, non c'è molto da dire o da ridire. Sono passati quasi due anni di avventura insieme. Quest'albero è un po' meno gelato dell'anno scorso, ma so che vi darà comunque calore se verrete alla festa del 24. Vi aspetto insime a chi vorrete, ma preparatevi alla lotteria (premi per tutti) il cui ricavato andrà sia all'Airc (ricerca cancro), sia - come sempre - ad Emergency,
Portate qualcosa da mangiare, un po' di vino da bere e tutti gli amici che avete...
Cominciate da subito a dirmi chi verrà, se non altro per il quantitativo di biccchieri di plastica :_)))))))))))))))))))))))))))))))))))))))
Vi abbraccio, grazie per un così lungo sostegno.
Adriana

mancanza di indagine

Sono riluttante a scrivere questo, ma che sta succedendo? Io non sono allarmista, anzi odio questi media che gridano per qualunque cosa, senza dare misura di peso ad alcuna, però sta succednso qualcosa di anomalo. Una donna su dieci nel Veneto, disse il chirurgo che mi operò, ed ebbe modo di ribadirlo in una rete televisiva locale, sviluppa il cancro al seno.
Non ho modo di dubitare di queste statistiche. A meno che io non sia particolarmente sfigata, amiche ed amiche delle mie amiche, nonché madri anziane e quant'altro... si trovano con il cancro al seno. E qui mi perdo... nei miei pensieri... che non possono essere dati, perché sono comunque parziali. Ma c'è qualcuno che può prendersi la responsabilità di ciò che sta succedendo?
Io non faccio parte di alcuna associazione, accolgo testimonianze, e non tramite al blog. Solo con la mailig-list. Sembra una grandine.
Vorrei ripormi in gioco come giornalista. Inchiodare chi non parla. Parlare di mammografie che si spostano da un anno a due, di cancri che si sviluppano in quattro mesi, di ecografie al seno fatte solo a pagamento.
Ma che sta succedendo?
Da dove arrivano la violenza per gettarti nella pena senza respiro, l'imbroglio per prospettarti il taglio di uno o due seni e proproti di ricostruirlo a 70 anni (ricordate l'episodio?)

A me sembra terribile questa mancanza di indagine.

Adriana

domenica 22 novembre 2009

Parole crociate

Carissimi
continuo la mail che ho interrotto l'altra sera.
Stanotte ho dormito profondamente e mi sento un po' meglio, anche dal punto di vista del morale.
Riprendo il racconto ma, possibilmente, senza tante seghe mentali.

ONCOLOGO TARTARUGA

Udite, udite. Per la prima volta in quasi due anni, dopo la visita mi ha congedato con una stretta di mano e abbozzando un sorriso. Un trionfo! Mi sono sentita una "gutta cavat lapidem".
In realtà non gli ho mai fatto una colpa per il fatto di negare quella piccola forma di cortesia, perché pensavo fosse una forma di igiene e forse anche di indolenzimento dell'arto, visto che ogni mezz'ora riceve un paziente. E' anche vero però che ora, quando viene a chiamare il numero assegnato di volta in volta a noi sfigati, dà segno di riconoscermi, anche se ancora non abbozza un saluto.

Una volta nel suo studio gli ho mostrato gli esiti della radiografia ossea e dell'ecografia addominale. Lui si è messo diligentemente a copiare i referti nella mia ormai voluminosa cartella clinica. Ancora una volta mi chiedo: perché su carta? Li riporterà dopo sul pc dove sono più facilmente consultabili o trasmissibili per un consulto? O no? Insondabile metodo di lavoro! Temo che non mi avrebbe detto niente - nel suo consueto, sepolcrale silenzio - se io non avessi chiesto: "Sembrano buoni, no?". "Sì, davvero buoni" mi ha risposto senza alzare la testa. GRRR, esigo un minimo di gratificazione! quindi aggiungo: "Potrei figurare nel vostro medagliere...". Annuisce alla mia "spiritosaggine", ma perché ho la sensazione di essere Cappuccetto Rosso, alla quale il Lupo Cattivo dice: "Vieni vieni bambina che il bello succederà dopo?".
Ma perché quest'oncologo si appiattisce in uno stato di ineluttabilità che deprimerebbe anche la festa di compleanno di una novantenne? Mica puoi fare la festa di compleanno di una novantenne pensando che potrebbe morirti il giorno dopo!

Lo guardo quest'oncologo per la... grosso modo... trentesima volta in due anni e riscontro ancora quella sua espressione da piccola tartaruga dentro un acquario... Accidenti, ora capisco! Ecco perché talvolta nei miei sogni compaiono queste tartarughine che mi inquietano tanto, pur avendo avuto io stessa tartarughe. Peggio, roba da psicanalisi, quando il mio cancro si è evidenziato - dalla sera alla mattina - l'avevo subito definito a guscio di tartaruga, perché il seno era coperto da una piastra concava sopra e molle sotto. Potevo perfino sentire i bordi!
Però non sono così fuori di "seno", da non accorgermi che lui sembra davvero una tartaruga... così lento, indifferente, meticoloso nel masticare anche solo una foglia di insalata, protetto dalla corrazza.
"Come sta?"
Mi verrebbe da rispondere: "Da Dio!", tanto per vederlo reagire positivamente. Ma l'unico argomento che l'appassiona (?) è l'andamento dell' influenza "Topo Gigio", contro la quale ha deciso di non vaccinarsi. Quindi lo incalzo: "Mio figlio ha avuto l'influenza, io no. E lei?". "Io un grande raffreddore che spero mi metta al sicuro di avere l'influenza normale".
Usssignooor, ma dove sono? Una diagnosi fra raffreddore e influenza si può avere? Ma che vado ad elucubrare? Tre settimane fa giravano mascherine (ricordate che l'avevo detto?), ora sono già optional.

Mi permetto di aggiungere: "Però non sto così bene... da un paio di settimane a questa parte, e potrei dire che è uguale ad un anno fa quando ho cominciato a prendere il Femara (killer di estrogeni) cioè sembro entrata in una terza menopausa (che palle!) con deficit fisico e psichico". Lui tende il collo grinzoso verso di me e sembra trasgredire al "corsetto" della corrazza. Dice: "La Natura ha le proprie esigenze, cerca sempre di recuperare ciò che le viene sottratto. Probabilmente il suo corpo si sta ribellando al Femara".
Bravo Tartaruga, sto ancora in guerra. Io sono un'amazzone, ma tu quando diventerai Ninja?

POSTAZIONE INFERMIERE

Con qualcuna stiamo socializzando... mi salutano con cordialità e si ricordano il mio nome... rispondono ridendo alle mie battute... A un paio, nella saletta dove mi infilano l'ago del port (quindi senza frustrare altri pazienti), ho confidato che sono ... a termine, nel senso positivo.
Onestamente mi sarebbe piaciuto un bacio sulla guancia e sentirmi dire: "Bravaaaaa". Invece mi hanno rivolto un sorriso di convenienza, senza nessuna parola di congratulazione. Mi sono sentita a disagio, come un animale che, sfuggito da una trappola, sa che incapperà in un'altra e fa anche la figura della deficente per non saperlo.
Mentre ero sotto flebo è arrivata anche la psicologa volontaria (ve la ricordate?).
La "pera" di Valium che mi fanno prima del farmaco potrebbe farmi pisolare, ma il casino è troppo intorno a me. Leggere è faticoso perchè non riesco a tenere il filo, le parole sembrano staccate le une dalle altre. Cerco di passare il tempo facendo parole crociate, almeno quelle sono una per volta, e tanto per non soccombere alle idiozie dei discorsi e della tv. Potrei portarmi Ipod, ma - sotto Valium - ogni suono mi sembra irritabile.
E' tornata quella con una bellissima parrucca di lunghi vcapelli, ma che sta morendo di anoressia... non di cancro, secondo me. C'era una che stava a cuccarsi sacche di sangue per quattro ore, più intervalli per "digerire". C'è quella con la coperta di cashimere e il marito che controlla goccia a goccia la flebo, ecc.
Ci sono i maschi, ovviamente. Completamente prostrati, al limite dell'inconsapevole. Si rianimano solo quando uno dei numerosi flaconi ha finito di gocciolare... allora chiamano per nome le infermiere e pretendono la sostituzione del flacone in tempi rapidi, anche se suonano cip cip da diverse parti contemporaneamente.
"Cip cip" l'ho inventato io. "infermiera, è il mio che sta cinguettando..."
Un sorriso, solo un sorriso vero, partecipe.
"Mi mette una flebo di spriz?"
E qualcuno rispondesse: "Io ci metto le olive"

Dare allegria, non è ridicolizzare. Infondere fiducia, non è smentire la previsione a termine.

Adriana

ps. le parole crociate portano a fraintendimenti. Una sembra giusta e poi si rivela incongrua con le altre.

Rimetto le frecce al curaro nella mia faretra da amazzone e mi siedo sotto un albero per capire perché il reparto di Oncologia - nel suo complesso - è così freddo e sbrigativo

Giacinti


Carissimi
mi restano ancora due terapie e un appuntamento in sala chirurgica per levare il port (l'amico che mi ha facilitato le flebo). Verso la fine di gennaio, dopo due anni, dovrei aver concluso la mia avventura e tornare libera cittadina, salvo i controlli di rito.
Quando mi guardo non mi vedo male, faccio ancora la mia figura. Però mi sono fregata ben più di due anni di età biologica... almeno 5! E' il prezzo da pagare a malattie gravi, alle quali si tiene testa (testa? lasciamo perdere la testa, finché ti fanno queste pere!). Il rapporto corpo-mente si fa più stretto in questi casi, perché il concetto "mens sana in corpore sana" interferiscono fra loro a causa dei bombardamenti. Sotto un bombardamento, correndo nei rifugi o stando impietriti nella poltrona della propria casa, mentre tutto crolla, che risponderesti a qualcuno che ti dice "mens sana in corpore sano"? Lo manderesti a cagare. Mi mando a cagare per prima!
Afferrare - come in un puzzle - tutte le tessere di ciò che ci compone è già una grossa conquista, cercare di metterle insieme una fatica improba, trovare il disegno...
Io ho imparato a ricamare da "Le Mie Reverende Madri" e loro mi dicevano che la vita è come il ricamo, il retro confuso, davanti l'immagine chiara, ovvero quella di Dio. Filosofia spicciola, perché noi bambine guardavamo più all'immagine ottenuta, che ai pasticci dietro.
In Turchia e Tunisia, ho visto donne accoccolate dietro al telaio che dovevano solo immaginare ciò che i loro nodi producevano sul davanti. Facevano matematica, da un lato, producendo fantasia nell'altro. Mi sento inferiore a loro. Io ricamavo sul davanti e volevo la certezza del risultato apparente, trascurando i nodi disordinati del dietro. Loro intessevano nodi con la certezza che il disegno sarebbe stato coerente su enrambi i lati.

GIACINTI

Quando ti dicono che hai il cancro diventi come una patata secca. Il corpo tutto è una patata secca. Sembra non avere più sbocchi, tanto si rinchiude.
Ora ho messo questi bulbi di giacinto in acqua. E mi sento come loro in questa mia "non ancora" convalescenza, con radici deboli, dipendenti dall'acqua, tendenti a germogliare.

SALA CHEMIO

No. Ora sono troppo stanca. Domani, forse.
Voglio scappare da quel posto.

lunedì 2 novembre 2009

Cuore matto

Lo so. Lo so, quando non si da dove cominciare, da dove si deve dare l'essenziale. E ancora si svicola. Innocentemente. Assolti. Lo faccio con voi, voi con me. La tentazione è di raccontarsi, non di raccontare.
L'idraulico che sta per cambiarmi la decrepita caldaia ha una miocardiopatia diilatativa. E' del '50, come me. Lui mi ha raccontato che che l'origine del suo male è stata una tonsillite mal curata molti anni prima.
Non si è ancora messo in lista per il trapianto di cuore.
Nuota, corre e scopa, anche sei il suo cuore - a quanto mi ha detto - va al 18 per cento del potenziale, grazie anche al pace maker.
E' intenzionato non solo a vivere, ma a vivere bene... è dimagrito di 15 chili.
Il cuore non solo non è peggiorato, ma ha recuperato del 30 per cento in funzionalità.
Lui ora si sente benissimo, ma ha consultato un altro cardiologo, il quale gli ha detto che sta prendendo farmaci da eliminare.
Vive non sapendo cosa fare:
1) Mi metto in lista per il trapianto
2) Prendo tutte le pillole che mi ordina il cardiologo di fiducia
3) Come posso dire al cardiologo di fiducia che mi riceve in ogni momento, che un altro cardiologo mi dice di smettere con alcuni farmaci?

GRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR

Non basta essere malati? Bisogna anche essere stressati?
Il sistema sanitario è una "scheggia impazzita", dove anche Topo Gigio diventa plausibile

Cerco di esserci

Adriana

mercoledì 28 ottobre 2009

L'amazzone dai tiri mancini

Carissimi
anche la quindicesima è andata. Ma è stata più pesante dell'ultima volta. Ho passato una brutta notte, praticamente sveglia. Mi ero illusa che il dimezzamento del cortisone mi avrebbe portato il sollievo della terapia precedente, invece sono tornate sudorazioni, tremori sottopelle, gambe senza riposo... Prima di andare a letto ho bevuto una tisana rilassante, un'ora prima di dormire (come da prescrizione) avevo ripreso da qualche giorno ad assumere la melatonina... le ore sono passate, ma ancora mi rigiravo nel letto, incapace anche del conforto della lettura, perché la stanchezza era enorme. Alle 4 ho ceduto alla chimica: 26 gocce di En... sonno leggerissimo, subito disturbato da un paio di zanzare... mezzora di lettura, giro per casa a riordinare, consolatoria borsa dell'acqua calda... niente. La luce già alle finestre. Non che mi importasse, avevo già farcito i gatti di croccantini, quindi avrei potuto dormire fino a mattina inoltrata. Invece niente.
Ma perché la notte fa ingigantire tutto? Dal tappeto rimasto sul terrazzo (e mi sembra stia piovendo, ma se non sta piovendo ... azzo ho dimenticato di dare acqua alle piante... acqua? Ma porco cane, non ho telefonato all'idraulico e c'è il bidé che perde... ma non dovevano venire a cambiarmi la caldaia?) e giù a macellarmi con una lista infinita delle preoccupazioni più sceme... ma se mi tolg quelle dalla testa, mi enrano quelle più impegnative... meglio le sceme, che però non mi fanno ugualmente trovare requie, ma accrescono un vergognoso senso del ridicolo! Proviamo con la meditazione, la respirazione, i mantra... l'Autan contro quelle due maledette zanzare... ormai il letto è un groviglio di lenzuola gelide, calde, sudate... soprattutto macerate da sensi di colpa e di inadeguatezza... Calma! Ho vinto la mia prima battaglia con il cancro, mica da poco... E se l'oncologo l'avesse presa troppo alla leggera. C'è il mio medico di base che mi martella: "Io avrei fatto più esami...". Accidenti a lui! Cedo, mi alzo, altre 13 gocce di En. Finalmente mi appisolo. Ahahhah, cosa mi cammina sul collo? E' la coda di quell'anima nera (dentro e fuori) del gatto Francky the Voice. Sono le otto, lui e Bice la Meretrice vogliono vedermi in piedi, anche se hanno le ciotole ancora mezzo piene di croccantini. GRRRRR
Per fortuna che fuori c'è il sole... mi lancio fuori dal letto e rischio di cadere... mi fa malissimo la pianta dei piedi, come se avessi camminato tutta la notte... be', in un certo senso è stato così. Di sicuro non intendo riprovare a dormire. Mi premierò con la colazione a letto. Affetto la prugna, ci metto sopra lo yogurth magro e i fiocchi di crusca. Té, burro, marmellata e stamattina... non fette biscottate, ma pane tostato perché il profumo è molto consolatorio.
Poi comincio a leggere un libro sulle "5 posizioni tibetane" che garantiscono salute e giovinezza. Ma mi sento in colpa, perché non trovo il fiato neppure di provare gli esercizi di riscaldamento suggeriti. Penso anche alla palestra, ma quanto mi scoccia pagare un mese per usarne poco più di metà... riprendo a fare i quattro chilometri mattutini che facevo al mare... ma non oggi! E poi che schifo di aria si respira qui in città. Basta, oggi mi uccido fra letto e televisore.
E così ho fatto, continuando a mangiare verdura cruda in quantità industriale, perché dentro - come al solito dopo la terapia - mi sento terra bruciata, anzi carsica, dove ogni rivolo d'acqua sparisce in meandri sconosciuti.

Stasera ho acceso il pc e ho visto tante vostre mail che mi danno coraggio e allegria. Così ho scollato il culo dal divano. E ora sono qui, ad attingere alla speranza che domani sarà una giornata migliore, tanto che ho già fissato un appuntamento all'istituto di estetica. Tanto, dal letto al lettino, che differenza fa?

REPARTO ONCOLOGICO, SINDROME TOPO GIGIO

L'altro ieri, al reparto oncologico c'era la "sindrome Topo Gigio". Agli amici maltesi: Topo Gigio alla Tv, a cura del Settore Sanità (il Ministero mi sembra non esista più), sta pubblicizzando la prevenzione all'influenza, qualunque essa sia, che è la "sagra delle banalità", così ognuno continua come ha sempre fatto... come starnutirti in faccia, soffiarsi il naso e metterle sul carrello del supermercato, parlarti a mezzo metro anche se ha addosso il colera...
Io credo che i luoghi più infetti siano le sale d'attesa dei servizi sanitari. Sono sempre affollate, per nulla arieggiate, poltroncine una accanto all'altra, malattie fra le più varie, tempi lunghi di attesa.
La sala di attesa di Oncologia non faceva differenza. Sono rimasta un'ora e mezza ad aspettare la visita, fra gente che scatarrava e tossiva, compresa la caposala alla reception!
Sono entrata dall'oncologo e gli ho detto: "Abbiamo concordato che non è il caso di fare il vaccino, ma lei qui mi fa entrare da sana e rischio di uscire da ammalata!". "Ha ragione" mi ha risposto in uno dei suoi rari sorrisi. Grata per il sorriso, meno per l'efficienza.

SALA CHEMIO

Novità: infermiere con la mascherina su-e-giù.
Una paziente: "Perché avete le mascherine? Per l'influenza?"
L'infermiera: "No, lo prevede da sempre il regolamento"
Ok, applicato dopo l'ultima volta che sono stata lì... Ragazze, mi siete pure diventate simpatiche, ma non continuiamo a prenderci per il culo!
La caposala alla reception che tossisce a destra e manca; voi con la mascherina su-e-giù; l'oncologo che ammette di non vaccinarsi se non lo obbligano... ecco i risultati delle notizie contradditorie e dell'effetto Topo Gigio...

Compagna di poltrona, accanto a me, una bella signora, pesno fra i 30 e i 40, magrissima. Ha una voce roca. Le mettono in vena non un ago, ma un sondino. Del resto dovrà ciucciarsi una sacca che sembra una tetta di vacca come dimensione ed è piena di liquido lattiginoso. Non è un farmaco, è cibo. Aveva un cancro alla gola, è guarita, ma la radioterapia ha irrigidito i tessuti. Dice che fa fatica ad inghiottire anche l'acqua. Si fa portare una bottiglietta, poi l'accantona. Scuote i lunghi capelli biondi dal taglio perfetto e commenta: "Ci provo, anche con la minestra, ma niente mi va giù". Arriva un'altra paziente. Si conoscono e cominciano a parlare. La prima, anche lei abbastanza giovane, ha una testa tutta spelacchiata, con rade ciocche corte. Dice che preferisce così, perché berretti e parrucche le danno noia, L'altra ribatte che i suoi capelli (sotto la parrucca sono corti, morbidi e omogenei), ma che non sopporta di non vedersi con i capelli lunghi, come li ha sempre portati.
Io senza una tetta, una con capelli da gatto con la scabbia, la terza... che non riesce ad accettarsi. Una sacca di mangime è tutto ciò che si può offrire? La psicologa volontaria che va ad importunare chi sta benissimo dov'era? Evidentemente i turni frequenti di questa paziente non coicidono con i suoi, oppure nessuno gliela ha segnalata. E da chi è seguita - a livello sanitario - questa donna? La convincono a mangiare, prima che a far vedere la sua testa con capelli corti, ma perfetti?
GRRRRRRRRRRRRR... non cadrò in questi tranelli! Io sono un'amazzone. Mi esrciterò a tirare con l'arco con il braccio sinistro. Tutto qua.
Un abbraccio
Adriana

GRRRRRRRRRR

Ora, emotivamente, scrivo questo.
E' morta un' altra persona cara, perché parente di qualcuno di questa mailing. Era ammalato di cancro, ma è morto di infarto quando ha messo in moto l'auto. Cioè con la morte che ognuno si augura, netta, senza strascichi.
E' difficile parlare di morte.
Se ne sta andando andando anche la mia tabacchina. Con la sua consueta discrezione e allegria.

Questo è un passo più difficile da comprendere. IO sono guarita... e vvvai :-)

Non è così.

Sei morta prima, sei viva dopo.
Mi vergogno a dirlo, ma ora - guarita - mi sento più vulnerabile. E non so se siano oggettive le miie sensazioni. Non riesco a capire perché le mie notti sono insonni e tormentate. Ma erano le stesse di prima della diagnosi di guarigione, no? Cosa sto sbagliando, ora, che dovrei sentirmi rassicurata?

Ho di nuovo una grande confusione in testa... In testa no, anzi sì, ma il corpo... Speravo di esserni lasciata indietro la fatica di adattarmi al Femara, che dovrò prendere per 5 anni... come altre - operate da cancro al seno - hanno preso il Temoxifene.
Io sto prendendo farmaci di nuova generazione... sono fiduciosa. Ma invecchiare così in fretta... avvilisce. Unghie che si spezzano, capelli che cadono, pelle secchissima... Ovviamente fronteggio, o almeno cerco di fronteggiare, però la mattina mi sveglio e non mi vedo come mi vedete voi. E le notti... sono così vulnerabile, seppure da guarita.
Il materasso comprime ogni osso, facendolo dolere. Il gatto è anche peggio.
Domani, domani chiederò spiegazioni all'oncologo. Prima della terapia. So che non posso sfuggire a molte cose. Ma io ho quasi 60 anni. Ho già fatto la mia menopausa, perché sottopormi per altri cinque anni alla privazione di quel minimo di estrogeni che comunque avrei avuto?
GGRRRRRRRRRR
Non capisco, non mi spiegano e mi incazzo...
Mi sento standardizzata, omologata, normalizzata. GRRRRRRRRRRRRRRRR, il cancro al seno, per la mia esperienza, viene curato in modo "standard". GRRRRRRRRRRRRRRRR!
Chi rientra nei parametri è presumibilmente salvo, gli altri vanno a farsi fottere. GRRRRRRRRRR

Domani no, perché vado a afre la terapia.

Ci sentiamo
Adriana

Partenza




Carissimi
sono tornata a Padova ieri sera, stanchissima, dopo una giornata dedicata a "chiudere casa", cioè ad impaccare una miriade di cose accumulate nel corso di questa lunga estate. Io me sarei rimasta rintanata nel calduccio del mio caminetto anche più a lungo, ma due fattori hanno determinato la mia partenza: le previsioni del tempo e, soprattutto, il fatto che sono arrivati gli escavatori nella strada a me vicina, facendo un baccano che non sopporto. Ma avrei sopportato anche questo, se non fosse che domenica sarei tornata comunque, visto che è già tempo di terapia (la 14a su 18)... ma non potrebbero farmi uno "sconto di pena"???
Ora sono immersa nel grigiore uniforme di questa città che pretenderà una riorganizzazione della mia vita... e non so da che parte cominciare tante erano le cose che avevo lasciato in sospeso. A Lignano ho abbandonato, come vedete dalle foto, il mio nespolo in fiore che promette per primavera una grande produzione di frutti... per la gioia di uccelli e scoiattoli; nonché le mie passeggiate fra i pini del parco, onde approvvigionarmi delle pigne che poi bruciavo nel caminetto. Ho dovuto anche fare una selezione fra i fiori da salvare (portati a casa) e quelli da lasciare al loro destino... questo mi ha fatto proprio stringere il cuore. Ma anche questo obbedisce alle leggi di scelte che la vita obbliga a fare.
Un abbraccio
Adriana

Autunno



Ciao a tutti voi, chi c'è e chi manca. Non è problema. Io sono qui a Lignano e mi sembra strana - come avevo già detto l'anno scorso - che mi chiedate se ho freddo. Sono a Lignano. I Lignanesi sula mare vivono esattamente come noi dell'entroterra, ovvero non accendono il riscaldamento ora! Io, anzi, mi concedo il lusso che invece di mettermi un maglione accendo il caminetto... La mattina è un po' dura, ma per la mia pigrizia. Troppo bello stare a letto (stamattina ho messo il piumone), bere una tisana calda fatta con l'acqua del termo e sprofondarsi in un libro. So che non devo fare così, cioè imprigrirmi, ma poi mi dico: "Mi va di fare così". I libri sono la mia dannazione!.
Ora vi mando le foto.
Il caminetto, proprio piccolo, ma di una piacevolezza infinita.
E stasera ho messo in conserva i peperoni che mi aveva portato Luciano dal suo orto.

Gli scoiattoli si stanno esibendo al meglio, anche in terrazza.

Il mare e il fiume Tagliamento sono di un azzurro che ti straccia la mente.

Ci risentiamo

Adriana

mercoledì 21 ottobre 2009

Partenza




Carissimi
sono tornata a Padova ieri sera, stanchissima, dopo una giornata dedicata a "chiudere casa", cioè ad impaccare una miriade di cose accumulate nel corso di questa lunga estate. Io me sarei rimasta rintanata nel calduccio del mio caminetto anche più a lungo, ma due fattori hanno determinato la mia partenza: le previsioni del tempo e, soprattutto, il fatto che sono arrivati gli escavatori nella strada a me vicina, facendo un baccano che non sopporto. Ma avrei sopportato anche questo, se non fosse che domenica sarei tornata comunque, visto che è già tempo di terapia (la 14a su 18)... ma non potrebbero farmi uno "sconto di pena"???
Ora sono immersa nel grigiore uniforme di questa città che pretenderà una riorganizzazione della mia vita... e non so da che parte cominciare tante erano le cose che avevo lasciato in sospeso. A Lignano ho abbandonato, come vedete dalle foto, il mio nespolo in fiore che promette per primavera una grande produzione di frutti... per la gioia di uccelli e scoiattoli; nonché le mie passeggiate fra i pini del parco, onde approvvigionarmi delle pigne che poi bruciavo nel caminetto. Ho dovuto anche fare una selezione fra i fiori da salvare (portati a casa) e quelli da lasciare al loro destino... questo mi ha fatto proprio stringere il cuore. Ma anche questo obbedisce alle leggi di scelte che la vita obbliga a fare.
Un abbraccio
Adriana

venerdì 16 ottobre 2009

autunno



Ciao a tutti voi, chi c'è e chi manca. Non è problema. Io sono qui a Lignano e mi sembra strana - come avevo già detto l'anno scorso - che mi chiedate se ho freddo. Sono a Lignano. I Lignanesi sula mare vivono esattamente come noi dell'entroterra, ovvero non accendono il riscaldamento ora! Io, anzi, mi concedo il lusso che invece di mettermi un maglione accendo il caminetto... La mattina è un po' dura, ma per la mia pigrizia. Troppo bello stare a letto (stamattina ho messo il piumone), bere una tisana calda fatta con l'acqua del termo e sprofondarsi in un libro. So che non devo fare così, cioè imprigrirmi, ma poi mi dico: "Mi va di fare così". I libri sono la mia dannazione!.
Ora vi mando le foto.
Il caminetto, proprio piccolo, ma di una piacevolezza infinita.
E stasera ho messo in conserva i peperoni che mi aveva portato Luciano dal suo orto.

Gli scoiattoli si stanno esibendo al meglio, anche in terrazza.

Il mare e il fiume Tagliamento sono di un azzurro che ti straccia la mente.

Ci risentiamo

Adriana

martedì 13 ottobre 2009

Bellezze al vento...







Il week end magico è iniziato col fatto che Marta (la nostra ballerina di flamenco) mi ha accompagnato a Lignano. Ad attenderci c'era come al solito il buon Luciano che un mese fa mi aveva regalato una grossa zucca del suo orto. Era talmente "artistica" che continuavo a rifiutare di aprirla. Venerdì Luciano ha perso la pazienza: "O taglio questa zucca o te la butto via, perché tanto finirà marcia". E allora al lavoro! Cavolo, cosa farei senza i muscoli di Luciano? Mi ha anche sistemato in garage una bella provvista di legna per il caminetto.
Forse, per chi non ne ha ancora avuta l'occasione, Luciano e la sua famiglia si faranno conoscere partecipando alla Festa della Vigilia di Natale a casa mia. Siete tutti invitati, anche insieme a vostri amici :-)

Sabato pomeriggio, io è Marta abbiamo avuto la piacevole sorpresa dell'arrivo di Alessandro. Doveva essere una visita-lampo, invece - come al solito - non è riuscito a resistere al fascino di questa mia casetta e si è fermato per la notte, ma giurando che la mattina dopo doveva proprio andarsene, perché aveva in programma con amici una gita in bicicletta.
Domenica mattina mi sono svegliata alle 7, lasciando che quei due poltrissero ancora un po': il giardino era un incanto. La notte aveva piovuto dolcemente e la prima luce del giorno aveva una trasparenza irreale. Gazze e scoiattoli, scuotendo i rami, facevano cadere a tratti scrosci di goccioline che, ai primi raggi di sole, sembravano perle iridescenti. Il presagio di una magnifica giornata era nell'aria, così ho teso la mia trappola ad Alessandro, che è arrivato ancora insonnolito subito dopo Marta. "Ragazzi, vi dico il mio programma per una giornata che si annuncia splendida: colazione sostanziosa e poi gita al faro". Alessandro si è svegliato di botto, si è guardato intorno ed ha subito capitolato: "Portiamo anche il salame e il vino".
E sarà una giornata indimenticabile! Domenica 11 ottobre: sole da abbronzarsi e mare caldo da farci il bagno. Più una quiete assoluta. Questa sì che è una terapia contro ogni malanno!




Seeeeee, branco di depravati! Lo so che volete vedere ancora Marta! Ed eccovela qui, mentre esce dall'acqua e arranca verso il vino, poi lo beve e... raggiunge la pace dei sensi!


E per chi volesse vedere Marta dal Vivo nella sua esibizione di flamenco,
segnarsi la data di martedì 20 ottobre.

Ora si sta scatenendo un temporale... ma chissenefrega? Il mio giardino
continua ad essere fiammeggiante come il prezioso caminetto. E chissenefrega
se ho la casa "dubbiamente" pulita, una lavatrice da fare e roba da stirare?
Mi sbatto a letto e faccio fuori un bel libro, tanto gli scoiattoli li ho
già rimpinzati stamattina con noci, nocciole e spicchi di mela per i quali
vanno pazzi. E ho la coscienza a posto anche per il moto: alle 8.30 ero già
in marcia... A proposito, stamattina ho notato un fenomeno strano: se la
sabbia della battigia è bagnata solo dal mare tende ad essere dura, ma se è
stata bagnata anche dalla pioggia... diventa molle come polenta. Che fatica
stamattina, quasi come quando ho la bora contro!

Un salso abbraccio
Adriana

lunedì 12 ottobre 2009

6 ottobre (2): L'ONCOLOGO SCIOGLIE LA PROGNOSI

Rieccomi. Volevo finire di raccontarvi quel martedì 6 ottobre da cui sono "tornata da morte a vita", tanto per banalizzare ;-)

L'ONCOLOGO

Miracolo! Non c'è fila. Ho solo una persona che "è già in visita, ma è la prima visita e quindi non sarà breve" mi avvertono. Breve? 40 minuti di attesa mi sembrano un Paradiso! Se non altro avrò il tempo per calmarmi dopo il "match" (perso) con lo stronzo del parcheggio.
Ho con me un libro alto quanto un tronchetto che sto mettendo in questo momento nel mio delizioso caminetto qui a Lignano. Volevo capire meglio i miti greci, ma nella borsa mi pesano molto di più le buste con i miei esami. Quindi non riesco a concentrarmi. Mi sembrano buoni, ma sarà vero? Le letture incrociate possono anche dirti che soffri di un'unghia incarnita, oltre che di metastasi sparse... :-(

Finalmente arriva il mio momento: 12 verde, 18 blu, 7 rosa... grrr non ho conservato questo foglietto che mi ha accompagnato senza nome per quasi due anni.
L'oncologo mi riceve come sempre con il suo modo compassato che sconfina nel triste. Avrà i suoi problemi, ma anche a me non mancano. Però preferirei avere un oncologo che somiglia ad un cipresso, piuttosto che... ad una betulla, ad esempio, o ad un pioppo. Peggio sarebbe se fosse un salice piangente...
Comincia a sfogliare le analisi e per me è come se fossi a tornata a scuola... Promossa o bocciata? Certi silenzi sono assordanti. Lui poi non mi ha mai incoraggiata. Mi guardava come se fossi stata una "lapide". Io non ho mai chiesto niente, perché mi rendo conto delle difficoltà di una prognosi in caso di cancro. Però stavolta... avrei voluto dire: "Raccontami una palla, ma fammi tirare il fiato".

IL PRONUNCIAMENTO

LUI: "Le sue analisi sono molto buone".
IO: "Significa che almeno per ora posso cavarmela?"
LUI: "Direi di sì, lei è guarita"
IO: "Tanto da poter fare una festa?"
LUI: "Sì" e gli è affiorato un sorriso.

I FIGLI

Ero tutta aggrovigliata quando Filippo è venuto a prendermi all'ospedale. Guidava quando gli ho detto che ero guarita. Meglio così, non avrei sopportato Gioia, perché ancora io non la provavo, come vi ho scritto ieri. Filippo si è illuminato, ma non ha accostato l'auto per abbracciarmi. Ci siamo goduti il momento senza smancerie.
L'altro figlio, Michele. "AHHHh, mamma bionica!"
Dalle loro "moderate" reazioni, ho avuto la conferma che ho condotto bene la mia battaglia. Con serenità e consapevolezza. E riducendo le "richieste" al minimo, onde non enfatizzare ciò che era già grave. Il cancro non impedisce di farsi una tazza di té! Né fare la chemio, ad esempio, esige la presenza di qualcuno che "ti tenga la mano" in tutte quelle ore scandite da un gocciolare in vena. Leggi e ti passa.

Ora vi lascio, perché sono piacevolmente stanca, grazie ad un week end magico. Sapere di essere guarita dà una grande carica, ma gli effetti della terapia restano.
A domani
Ancora grazie per la valanga di positività-energia-preghiera con cui mi avete sostenuta.
Adriana

domenica 4 ottobre 2009

Anna Maria è morta, una brutta pagina

Anna Maria, la sorella di un'amica di questa mailing, è morta, stroncata da un cancro al seno che le aveva attaccato il fegato. Una morte dolorosa e "oscura", come leggerete dalla descrizione qui sotto fatta dalla sorella. Sono così frastornata che non trovo per ora parole di consolazione. Stanotte non ho chiuso occhio, però ora devo farmi coraggio e guidare fino a Padova. Il pc resta qui a Lignano. Ci sentiamo fra qualche giorno.

UNA BRUTTA PAGINA

"E ancora prima di uscire dall'ospedale barellata (mia sorella che c'era entrata splendidamente ragionante, sulle sue gambe e meravigliosa come sempre) con me a fare strada per la sua camera, il braccio destro del primario continuava a dire a mia madre... "tornerà qui tra cinque giorni per una parecentesi e poi potrà tornare a casa di nuovo", mia sorella mi dice "portami via!" e sembra sempre più una bambina. La sua voce stà cambiando, sembra un giocattolo rotto... ma loro dicono che sta bene. La signora dal letto vicino mi dice che il primario la mattina ha gridato che c'era stata un'associazione sbagliata... la specializzanda di turno era livida in faccia e non era più truccata come un clown, ma ancora è in giro per Sassari ... l'avrei sollevata a calci, ieri... non mi importa ora quello che pensi, era quello che avrei fatto. Il peggioramento è stato vistoso nell'arco delle ore dal mio messaggio... nemmeno il suo ex fidanzato (quello sempre innamorato... è un neurologo) ha potuto di che, se non piangere... le tossine erano ormai troppe e se non veniva fuori in quei due giorni (con tutti quei farmaci per disintossicarla...)... non sarebbe venuta fuori più...
Loro lo sapevano... ma... ora la vincerà il dolore che ci spacca o le cartelle mediche da chiedere per far casino???! Le testimonianze da seguire... Insomma hanno voluto sperimentare qualcosa senza chiederlo???! Prima sì è roba di un tre mesi... "poi no chi può dirlo?! Dopo tutto questo non è a rischio, questo è ok... e poi noi non decidiamo... decide il Signore... ne abbiamo visto di casi rientrare..". "Troviamo i recettori"... e sbagliano la prima biopsia... non conservano bene l'istologico e le chiedono di ripeterla... e perché trovare i recettori? Per un palliativo, no?!! "Sa, sono tutti fuori per un congresso, ma le parleranno tra qualche giorno"... Non andrò avanti...

sabato 3 ottobre 2009

Liquefazione

Carissimi,
le solite tre settimane stanno volgendo al termine. Lunedì devo fare analisi importanti, martedì pure, più la dannata terapia che mi lima i nervi per giorni. Essere vicini alla meta, il 27 dicembre, è ulteriore fonte di ansia. Mi diranno ufficialmente guarita o dovrò fare un altro anno di Erceptyn? Come odio il termine "precauzionale"! Non ti dà alcuna certezza. E come odio il Femara, che dovrò prendere per altri quattro anni e che mi riduce le unghie a pasta sfoglia, nonché i capelli a fieno e i muscoli a catene arrugginite. E' davvero umiliante sentirsi in questa liquefazione della mente e del corpo.
Però sono ancora una bellissima vecchia ragazza ;-)
No foto, il mio immaginario ne riuscirebbe sconfitto.
Abbracciatemi
Adriana

giovedì 1 ottobre 2009

Venezia






Dopo aver fatto le "piratesse della città morta" a Lignano, siamo partite per Venezia. L'Hotel "Il Mercante di Venezia" (quello dove avevo pernottato per il concerto di Bocelli) è veramente da raccomandare.
Abbiamo messo giù le valigie, e.... cammina cammina. Venezia è da camminare per vederla. Marie Therese è una gattofila... ci abbiamo messo strada e tempo prima che trovasse la maschera che "le sorrideva".
Prima giornata a zonzo... guardare ciò che piace, non l'obbligatorio. Seconda giornata a gustarsi Burano e Torcello.
Carlo, so che leggendomi e guardando le foto ti viene da vomitare, perché non è più la tua Venezia... Io in questo non ti capisco... Vivi dentro un miracolo e ti incazzi perché non è abbastanza miracoloso... mi hai spiegato tutte le ragioni - razionalissime - ma non potrò MAI capire perchè non ti senti fortunato.

Marie Therese è veramente una "piratessa", ma con tutto il senso positivo del termine. Per farla breve, stavamo tornando stroncate all'hotel, verso sera, e c'erano i soliti con le borse "taroccate". Marie T. contratta. Quelllo risponde che c'è marchio D&G. Marie T. risoponde: Che mi frega? Toglilo". "Non è possibile". "Allora è un problema tuo..."

Vi racconterò il seguito
ora sono troppo stanca
Adriana

domenica 20 settembre 2009

Angeli del Purgatorio & Levità

Carissimi
è la terza notte che non trovo pace. Che cazzo di terapia: o sono io tanto tanto stufa, o c'è un effetto "accumulo" che mi rende i neuroni a brandelli. Ma non voglio ricorrere a sedativi, nonostante l'oncologo me l'abbia chiesto. Mi sento già abbastanza intontita così... Anzi, rincitrullita. E daccapo tornano a rodermi dubbi: unghie diventate fragili e capelli che cadono, fitte articolari, scoordinamento, memoria che fa acqua come un colapasta, stanchezza e sbalzi di umore, indecisone anche suelle cose più semplici, stati d'ansia con sudorazione di fronte ad ogni minima difficoltà... E' qualcosa di transitorio, o un processo di decadimento irreversibile di un "normale" invecchiamento? Ho provato a parlane con l'oncologo, che però continua a mantenere un atteggiamento distaccato, quasi fosse uno psicanalista. So che - in fondo in fondo - gli piaccio come tipo di paziente, perché da ermetico che era, ora qualche parola in più con me la scambia, tipo concordando con me che l'influenza suina è una gran montatura, dove l'indotto ci va a nozze! Ma quando andiamo sul personale... si limita ad annuire, lasciando a me le riposte o i dubbi.
Dopo tutti questi mesi ho elaborato una mia teoria sulla percettibile freddezza del reparto oncologico che frequento:
1) La ressa permette a malapena di tener dietro ad un minimo di organizzazione, che si è tradotta in una "catena di montaggio", anzi di "rottamazione", visto il tipo di pazienti.
2) Ogni operatore sanitario, dai medici ai subalterni, si adeguano a chi dà di meno, non di più e quindi si coprono l'un l'altro.
3) Il primario è diventato un "mulo da soma" che lavora 12 ore al giorno nel tentativo di salvare vite e nient'altro lo sfiora. E' come la madre che partorisce figli in continuazione e lascia ai maggiori l'accudimento dei minori in una catena crudele, quanto altruista ... nel senso di perpetuare la vita ad ogni costo.

Sì, ora ho realizzato cosa respiro in quel reparto di oncologia. Aria da pompe funebri. Sono tutti cortesi, ma distaccati, come chi con la morte ha acquisito una tale familiarità da considerarla "altra" da sé. Entrare in sintonia con il dolore del/dei congiunti in lutto sarebbe davvero logorante per chi fa della morte il proprio mestiere e la vita un miracolo.
E' anche vero che l'impresario di pompe funebri ti vede per qualche giorno e poi mai più. Ed è vero che invece questi del reparto oncologico ti vedono per mesi, anzi, in genere per anni. Si abituano alla tua vita condizionata e dipendente, alla scintilla di speranza che cerca un modo di vivere o di morire meglio. L'unica difesa per se stessi resta a tale realtà, nel ritrarsi nella normalità, ovvero nell'implacabilità dei numeri fra chi "guarisce" e chi muore... E l'età, sì, diventa molto importante l'età, nello strappare una scheggia di considerazione. E' anche per questo che io mi presento sempre al "massimo"... vestita in modo improbabile per la mia età anagrafica, ma consona al mio look. Sono "destabilizzante" e ciò mi piace in un clima in cui "affezionarsi a qualcuno" può significare dolore per la perdita. Dove un "énclave" di asetticità ha sostituito ... la persona.
Un reparto oncologico, ora questo l'ho capito, è come morire prima di essere morto. Hai davanti l'Inferno, il Paradiso e il Purgatorio. Ma, nella letteratura, queste soglie sono ben gestite da accorti guardiani. Invece nel reparto oncologico è tutto un casino. Vengono meno tutte le certezze. Alzi gli occhi sui guardiani di queste porte per avere un cenno su quale sarà il tuo destino, ma vedi solo Purgatorio. Loro sono Angeli del Purgatorio, che si aggirano "fra color che stan sospesi".
Mi ribello a questo "status" di coercitiva acquiescienza - sia da parte degli operatori che dei pazienti - ogni volta di più, anche se con maggiore "levità". No, "leggerezza" non sarebbe il termine appropriato. "Levità" , essere lievi, non leggeri. Lo scopo? Nessuno, nessun vantaggio. Se non strappare una risata.

Martedì scorso, ero veramente stufa o suonata! Non mi sono ricordata che per farmi inserire l'ago delle flebo nel port, devo avere una scollatura adeguata. Non sconvolgetevi, è una cosa da niente, ma deve essere fatta fuori dalla sala chemio, perché necessita di cose che stanno più praticamente nel "carrello" infermiere, in "sgabuzzino" infermiere per la precisione. L'infermiera era imbarazzata dal fatto che io dovessi svestire il mio "busto" (oppure torace?), insomma che io dovessi esporre (a chi?) quello che ho sopra la vita, quando qualcuno (solo infermiere) potevano affacciarsi alla porta... Io le ho detto che non mi creava problema, lei ha insistito perché tenessi la camicia davanti...
LEI: "Sa, se qualcuno entrasse..."
IO: "Siamo fra donne"
LEI: "Se la alzi almeno fino ai seni, il port è sopra..."
IO: "Ok, arrotolo la camicia..."
LEI: "Non si può fare un fagotto così...."
IO: "Mi è rimasta una sola tetta e non intendo nasconderla. Non ha senso..."

Mi tolgo la camicia senza bottoni (è indiana), copro per la tranquillità dell'infermiera la tetta che mi avanza, mentre lei mi inserisce l'ago nel port...

Tze, tze... porta spalancata. La visuale è su quello a cui stando togliendo quattro litri d'acqua prodotti dal fegato... Capirai quanto mi interessa se qualcuno vede la mia tetta. L'altra parte senza tetta vale o no una copertura? E' ancora una parte erotica o diventa comunque una parte da nascondere?

GRRRRRRRRRRRR...
L'insensato pudore che travalica la morte. Ecco perché dicevo che questo reparto oncologico sembra un'agenzia di pompe funebri, con tutto l'adeguamento di sentimenti che ciò impone.

Volta pagina: stasera arriva Marie Thérese. E' la mia amica maltese. No, è una mia grande amica. E' una persona che conoscerla è un Dono.

Lascio il pc a casa, quindi ci sentiremo quando sarà possibile... prevedo scorribande ;-) se riesco a riprendermi. Ma tanto so che succederà ;-)))))))))))))

Abbraccione

Adriana

lunedì 14 settembre 2009

maledetto Murphy!

Carissimi,
eccomi qui a confermare quella più famosa delle "Leggi di Murphy", ovvero che "se qualcosa può andare male, tranquillo, lo farà". Nel mio caso Murphy si è accodato al nostrano proverbio: "Non c'è due senza tre". Vi ho scritto... a caldo, subito dopo la mia terza caduta, a causa della quale mi sembrava di aver riportato solo qualche graffietto alle ginocchia. Invece naaaaaa! Poco dopo, quando mi sono alzata dalla sedia davanti al pc, sono quasi caduta nuovamente per una fitta lancinante alla caviglia sinistra. Facile la diagnosi: distorsione. Sarebbe stata accettabile se il giorno dopo - domenica - non fossi dovuta tornare a Padova, perché oggi (lunedì) dovevo fare esami del sangue in vista della terapia di domani (martedì). Ancora accettabile se avessi avuto amici in casa (solo il secondo week end in tutta l'estate che non ho avuto ospiti) che potevano riportarmi a Padova. Invece avevo programmato di tornare in treno, grazie anche al passaggio che mi avrebbero dato i miei vicini fino alla stazione. E via, ancora con accettabile se a mio figlio Filippo non si fosse nel frattempo rotta l'auto... e se gli amici da Padova non fossero stati dispersi fra mari e monti. Infine, ieri sera, è venuto a prendermi un amico dei figli, con la morosa e Filippo. Minimo offrire loro la cena. Insomma sono approdata a Padova a mezzanotte e mezza. Siccome non dormivo da non ricordo quando, stanotte ho dormito benissimo, a parte il gatto Francky avvinghiato alle mie gambe che si permetteva pure di piantare le unghie se mi spostavo e lo disturbavo. E a parte la gatta Bice che ha cominciato a guardarmi dal comò fin dalle 5, sperando che io mi materializzassi in una super razione di croccantini. Avete presente quando si dice: "Sentirsi trafiggere la nuca da uno sguardo?". Bé, è molto peggio sentirsi trafiggere la fronte dallo sguardo di un gatto!
Le analisi, ovviamente, sono saltate, perché io non posso guidare e Filippo si stava sbattendo in autofficina.
Ma per sabato prossimo voglio essere in gran forma, perché arriva da Malta la mia preziosa amica Marie Thérése :-))))))))
Abbraccione
Adriana
ps. Mi scuso per la mancanza di risposte alle mail personali, ma - fra una cosa e l'altra - ho avuto una settimana davvero in salita

sabato 12 settembre 2009

PING PONG

Carissimi, qui al villaggio ormai resistono solo i tedeschi in affitto, ma domani chiude anche la piscina. Anch'io parto, ma ho il privilegio di poter tornare e godermi questa quiete da "dopo bomba" anche dopo che la stagione è "scaduta".

BANALMENTE, LE STAGIONI

"Le mezze stagioni esistono ancora, ma non certo in città".
Se vi parlo nuovamente degli scoiattoli, sento che potreste strangolarmi. Solo una novità: i piccoli vengono a prendersi le fette di mela. Credo siano assetati. Mai si era vista qui una stagione così secca. Uccelli e scoiattoli si abbeverano nella vaschetta (acqua freddissima e pulita di falda) dove bisogna passare i piedi prima di accedere alla piscina.

ALLARME

Meglio che sia squillato l'allarme dell'auto dei vicini. Rischiavo di parlare di scoiattoli fino a farvi sentire le code sotto il naso. Invece sono uscita, non perché mi preoccupasse l'allarme (cazzi loro), ma perché mi ha ricordato che avevo il bucato da ritirare e il garage da chiudere. E, all'ultimo gradino, sono caduta per la terza volta in questa stagione. Non mettetevi strane cose in testa! E' una questione di muscoli, di coordinamento e di equilibrio, non di cervello! Anche di miopia, ovviamente, vista l'ora e la mancanza di occhiali. Ancora cerotti sulle mie ginocchia "sbucciate"! Sembro una bambina ;-)
Non sono ammalata di "giovanilismo", ma mi stupisce questo mio corpo così rallentato nelle sue funzioni. C'è una disfunzione fra ciò che vorrei e fra ciò che posso fare. Corro e scendo le scale con gagliardia, secondo il cervello, ma il mio corpo non riesce ad assecondare questo atto.
E' malattia o vecchiaia? Gioco a ping pong col cervello. Faccio le parole crociate e mi sento una forza! Cado da qualunque dislivello e mi sento una merda.

NOTTI

Le notti sono strane. Rivendicano il giorno e la luce a caro prezzo. Ti fanno sentire proprietaria di un tempo in cui finalmente nessuno ti chiede nulla, ma poi esigono il tuo tempo di sonno ed i tuoi sogni, pena l'insonnia.
Quest'anno non c'è più il gufo detto "chiù" dal suo verso. L'estate scorsa era stato veramente terribile. "Chiu.....Chiu" ogni cinque secondi. Insonne lui, io anche. Però è bellissimo. Bianco-grigio, spiega le ali... non fotografibile nella notte, perché non sono attrezzata.

CALENDARIO

Domani (domenica) parto, lunedì ho analisi, martedì terapia. Sono stufa, stufissima.

Abbraccione a tutti voi che ancora mi state vicini
Adriana

lunedì 7 settembre 2009

ciclamini



Carissimi
stamattina presto mi sono alzata e ho pedalato fino al Lidl, dove sapevo sarebbero arrivati i ciclami in "offertssima", ovvero 2 euro e 90, cestino compreso... Ho fatto incetta e sulla via del ritorno ho strappato un sorriso a molti. Un tedesco mi ha pure detto: "Beautiful" ;-)
Ora sono tutti sistemati in giardino e alcuni più in alto, come vedrette nella mail seguente.
Un abbraccio floreale a tutti voi
Adriana

La Paura peggio del Terrore

ok, Alessandra, eccomi.
Probabilmente non ti risponderò a tono, perché sono tante le cose fra le quali faccio slalom e che tu affastelli. Ma vedo che hai capito la mia "riluttanza". Sì è vero che ti ho chiesto più informazioni, che essenzialmente però si riducevano a una: tua sorella sa (?) - senza dubbio sa - che sta morendo di cancro? Soprattutto, che le resta poco? Non volevo i dettagli sulla situazione clinica, ma solo capire se le avrei potuto parlare a "cuore aperto". Ora so che lei sa, e, in questo caso, le parole servono a poco. Ognuno sceglie come vuole l'ultimo tratto della propria vita, se la morte è annunciata.
Il Rispetto di questa scelta è fondamentale per la Dignità della persona, in cui si è assolti anche nell'estremo imbroglio, se ciò serve ad arginare la reciproca disperazione.
Ale, la tua sofferenza diventerà peggiore di quella di tua sorella, se entrambe non troverete il modo di lasciarvi "andare". Mi sembra che lei ti stia dando una lezione di vita, non di morte.
Perché stai mischiando i tuoi ricordi di "pericolo di vita" per passate situazioni inerenti alla tua salute, con ciò che sta vivendo tua sorella? Tu ne sei fuori, lei c'è dentro. Fa una grande differenza, ti assicuro. Un conto è sapere che la morte è inevitabile (ci arrivano tutti), un conto è sapere come e quando arriva. Il cancro? Aahhahahhah, cosa da "bambini viziati". Pensa alle guerre "vecchio stile": da Troia alle trincee, quando si dorme anche se potrebbe essere l'ultima notte col risveglio.
Sempre più mi stupisco in merito all'arretratezza dell'umanità: siamo riusciti a capire che sole e luna sorgono e risorgono SEMPRE, le stagioni altrettanto, ma non riusciamo ad accettare che Vita e Morte fanno parte dello stesso ciclo. Gli antichi erano terrorizzati dalle eclissi, poi siamo scocciati perché "non esistono più le mezze stagioni", ora siamo estraniati nei confronti della morte, come se fosse ogni volta una novità. Eclissi: paura; clima: allarme; morte: terrore. Mi sembrano passi indietro, più che avanti.
Dolore.
Fisico e morale. Super assistiti, super ignorati, super anestetizzati con varie metodologie.
Il dolore non ha più spazio, così come non ce l'ha la morte. Cancella, cancella, cancella... poi resta la Paura. E la Paura è peggio del Dolore. Hai Paura che il Dolore aumenti, infine è la Paura che ti frega, non ciò che accade. Ciò che accade è comunque programmato nel nostro Dna, la Paura invece è ancestrale, è quella che frega la nostra razionalità, che ci riporta ad esseri primordiali. Il terrore porta a reagire, la paura rende inermi e apre la porta all'ansia, quella sensazione corrosiva come una mosca che sbatte contro un vetro, anche quando la finestra è aperta.
Adriana

giovedì 3 settembre 2009

scusami, non sono così coraggiosa

Ho letto, da giorni vivo con questo peso emotivo determinato sia dall'affetto che ho per voi, sia per la mia situazione. Ho deciso che non mi fa bene. Un conto è parlare del cancro ai sani o a chi sta facendo un percorso che si spera risanatorio, un altro è che un malato di cancro come me condivida - nell'informazione di ciò che accade - il calvario di un malato terminale. Peggio, se, in questo caso, la malata è affetta da un cancro che è partito come il mio e che concretamente - anch'io ho le metastasi - potrebbe evolversi come il suo. Come vedi, non sono così coraggiosa. O meglio, sto cercando di escludere tutto ciò che non mi porti ad un atteggiamento di "andare oltre".
Alessandra, figurati se non capisco ciò che passate in famiglia, ma io non posso permettermi di accompagnare tua sorella in questo ultimo percorsoi, perché ciò mi demoralizza. Oggi non sentivo più la forza interiore per andare avanti, qualunque strada fosse, con la forza di percorrerla.
Non voglio dire che mi aspetto da te un black out, né un addolcimento delle notizie, ma non vorrei che tu fossi così meticolosa nelle descrizioni, perché io già devo sopportare l'overdose in sala chemio. Ma quelli sono estranei, pensa invece sentire le stesse cose da qualcuno a cui vuoi bene! Capisco anche il tuo bisogno di sfogare il trauma e il dolore, ma fallo con gli amici sani che hai, non con me, che cerco di pensare ai vivi sopravissuti e non ai morti condannati dal cancro, che crea così tanta sofferenza fisica e affettiva.
Ripeto, mi dispiace se non sono coraggiosa così come sembra.
Un abbraccio fortissimo dall'amazzone defilata.
Adriana

mercoledì 2 settembre 2009

Quelli del cancro al potere

Carissimi
ho un nuovo motivo di indignazione.

LA TETTA OBBLIGATORIA

La mamma di un amico di questa mailing è stata operata di cancro al seno in un ospedale friulano (Udine o Gorizia, non ricordo). Per sua fortuna si trattava di qualcosa di qualche millimetro, tanto che non dovrà fare né chemio, né radio.
Perché sono indignata? La signora in questione, che conosco personalmente, ha 76 anni, peserà 50 chili ed ha una seconda-terza misura di reggiseno. Ebbene, prima dell'intervento le hanno fatto avere un colloquio con un chirurgo dell'ospedale, il quale l'ha convinta ad accettare la "ricostruzione" del seno, ovvero già durante l'asportazione del cancro le hanno piazzato il famoso espansore che gradualmente nel tempo verrà riempito credo di silicone in modo tirerà i tessuti ridando pienezza al seno.
Mi chiedo:
1) Che se ne fa una persona di quell'età di una tetta nuova?
2) Come pensano di compensare la flaccidità dell'altra? Con un altro intervento estetico?
3) Non era meglio una normale protesi da infilare nel reggiseno?
4) Non hanno pensato che "riempire" l'espansore costringerà comunque questa donna anziana a tornare più volte in ospedale e che ciò la tiene vincolata al pensiero dell'intervento subito?
5) Non hanno considerato che una persona anziana è in genere facilmente influenzabile quando si tratta della propria salute?

Ho parlato con questa signora e le ho chiesto il perché del suo assenso ad un supplemento di intervento. Ebbene, la motivazione che le hanno dato - visto che non poteva reggersi sull'estetica - è stata per "questioni di postura". Una motivazione che già a stento capirei per una "maggiorata", ma che mi sento di escludere per una donna di quell'età e con quelle connotazioni fisiche.

La conclusione secondo me è una sola: pur trattandosi di una struttura pubblica, c'è un giro di soldi che fa la differenza fra il solo intervento al seno e la "ricostruzione" dello stesso. Ma potrebbe anche trattarsi di una sperimentazione o di "prestigio" ospedaliero... Qualunque cosa sia, non è nell'interesse della paziente!

QUELLI DEL CANCRO AL POTERE

Ho tre persone a me care in fase terminale. Che vanno ad aggiungersi ad altre che ho già perso per lo stesso motivo. Ma questo immagino che sia per tutti noi, ovvero perdere persone a causa di questa infida malattia.
L'altro giorno ho fatto una delle mie "sparate" con i vicini:
"Attenti a voi, popolo di sani! Noi con il cancro, e con il sostegno di amici e parenti dei malati, stiamo per prendere la maggioranza! E allora sarà dura per chi se la prende comoda verso di noi!"
Che bel manifesto politico, eh? Ma basta un mitra o bisognerebbe ricorrere alle cannonate contro tutti quelli che concorrono alla "carriera" di noi malati?

AGGIORNAMENTO SU DI ME

La dolcezza dell'autunno rende spigolose le ombre.

Un abbraccio
Adriana

giovedì 27 agosto 2009

terribile e consolante

Carissimi, anche la dodicesima è fatta. L'oncologo mi ha guardato dispiaciuto quando gli ho detto che pensavo fosse la tredicesima. Me ne mancano altre 6. Troppe per non sentirmi più scocciata. Stanotte alle 4 ho messo a posto lo sgabuzzino, poi finalmente la "corrente nervosa" si è interrotta e ho dormito per quasi due ore. La seccatura è non sapere mai come andrà: oggi, ad esempio, mi sento in forma... ma fra un poco andrò a letto. Qui mi dicono che fa caldo, invece io sto benissimo a questa temperatura. Ieri, quando sono arrivata, avevo freddo.
Ma veniamo, se vi va di continuare a leggermi oltre al "bollettino sanitario", alle notizie dal reparto oncologico.

PAUSA CAPPUCCINO

Sono arrivata all'ospedale alle 11.30. L'amnpia entrata del bar si affaccia sul corridoio che porta ai piani. Butto un'occhiata e chi vedo al bancone? Le due stronze oncologhe! Mi affretto all'accettazione per prendere il mio numero, che significa l'oncologo a cui ho deciso di dare la mia preferenza, visto che il primario l'ho visto solo una volta in quasi due anni... ma tanto, me l'avevano detto, lui è sempre aggiornato sulle cartelle cliniche.
Ok, prendo il numero e, avendo due persone in lista pprima di me, scendo a fumarmi una sigaretta. Fra l'una e l'altra cosa è andata via una mezzora. Torno alla sala d'attesa - gremita - di persone , che aspettano la visita , altrimenti non si accede alla terapia.

UNA DONNA: Sono qui dalle 7, non ne posso più"
ALTRA DONNA: "Le porte degli ambulatori sono aperte, si vede che hanno avuto un'emergenza..."
IO: "No, sono giù a prendere il cappuccino..."
DONNA: "Ma è strano, non è mai successo..."
IO: "Ha ragione, non pensavo che esistesse anche la pausa cappuccino, oltre a quella di pranzo dalle 13 alle 14"
Entrambe mi guardano con riprovazione. Non si toccano i Santi!

L'oncologo che mi sono scelta non è così stronzo, lui si ferma fino a quando ha mandato la mandria in sala chemio. Non so se mangia quando e dove, ma sicuramente smaltisce la coda dei pazienti. Sarà anoressico rispetto alle due culone? Non credo, ha il senso del dovere, ma quanto è comunque succube al clima di indifferenza dell'ambiente. Mi sono chiesta: "Ma questo atteggiamento di disaffezione dal paziente, non sarà uguale a quello che antiche madri portavano a dare un nome al nascituro solo dopo due anni di vita? Quando cioè il peggio era superato? Ma questo è giustificabile come atteggiamento anche con i malati di cancro?".
"Quanto timore si ha della morte, della perdita, della sofferenza? "
"Quanta indifferenza si mette in campo per difendersi?"
"Quanto si diventa ostili per fare barriera?"

SALA CHEMIO

Sono riuscita a guadagnarmi un lettino. Spero di dormire, perché la "pera" di Valium è davvero una seccatura. Non permette di leggere, ma neppure di dormire. Sei in pre anestesia. Mi sto slogando le mascelle a furia di sbadigliare e sto pensando - da ottimista - che domani avrò un viso fantastico per una sessantenne. Insieme al Valium c'è il Cortisone che è meglio di un lifting, salvo far balzare la bilancia di due chili.
Che sonno, che sonno... come vorrei dormire. L'albero delle pere incombe su di me con tutti i suoi flaconi (4). Invece è tutto un casino: sono nella stanza senza tv, ma c'è la musica... non ho neppure capito da dove viene, chi la sceglie, chi la mette... Ma nessuno ha parlato della musica classica che stimola perfino il latte alle mucche? Invece qui è sempre un gran casino: bip bip di quelli che finiscono il flacone; signorina, infermiera, Barbara o lucrezia di quelli che finiscono il flacone senza bip bip perché non è a tempo; i parenti che intrattengono i congiunti che rompono le palle, visto che sono già ampiamente assistiti; i volontari che disturbano visto che non sono utili... ecc.
I pazienti che - non avendo il problema del Valium - conversano da una poltrona all'altra.

CRONACA COSTRETTA

Mi ritrovo nuovamente accanto a quella che ha lì il marito che le "porta l'acqua con le orecchie". Vuole tutto. Lui deve restare lì ad osservare il gocciolamento delle flebo, "altrimenti l'infermiera non arriva e andiamo a casa alle 8". E vabbé, sarà alle 8.30... anche se non è vero perMa la sala chemio è fatta così, ovvero ci sono anche persone che vomitano e pisciano senza averne motivo. E vanno comunque rispettate, anche se scocciano.

TERRIBILE E CONSOLANTE

LEI: Ma da quando sei qui?
L'ALTRA: Da sei anni

Amici cari, mi avrete fra le palle ancora per un pezzo. Ma mandatemi il vostro affetto. E' un Dono che mi fa vivere.

Adriana

venerdì 21 agosto 2009

invenzioni con pesce e lavanda

Stamattina ho fatto nuovamente il percorso, compreso quello in acqua di mare con le scarpe appese al collo e il mini I Pod agganciato alla canottiera.
Non posso dire che sto in media, stavolta è stata un po' dura. Veramente sbifido l'Erceptyn, colpisce a tradimento... o forse sono io che comincio ad essere stanca, molto stanca. Però anch'io, alla fine - 27 dicembre - , griderò l'Americaaaaaaa :-))))))))))))))
Ok, passiamo alle foto.
Il problema qui sono le zanzare, quindi ho comperato per 13 euro in offerta speciale alla Lintd Lindl... io ho ancora problemi a pronunciare questa cosa tedesca... però è diventato il nostro Luna Park per adulti (peccato che non abbia anche i toys per adulti;-).
Due volte alla settimana lanciano prodotti a prezzi stracciati. Il problema è che se non arrivi di prima mattina non trovi più niente. E' una situazione di corsa fra i tedeschi (Lidl) e gli spagnoli che forniscono i prodotti sotto prezzo.
Ma veniamo al punto.
I prodotti biologici Sandokan permettono di spruzzare con uno spruzzino, tipo quelli che usi per pulire in casa. Ma io qui ho una bella siepe da tenere a bada. Quindi ho comperato la pompa che vedete nelle due foto (vi presento Claudia, Fernando già l'avete visto).
Siccome bisogna portarla a pressione, la prima volta l'ho caricata solo con acqua.... rivelazione! Sembra di entrare in un arcobaleno , o in una nuvola. Quattro goccie di essenza di lavanda... anche nebbia di lavanda diventa. Troppo bello....
Il pesce, grazie Fernando, è quello che ci siamo mangiati oggi alla griglia.
Vi abbraccio tutti e voi abbracciate noi tutti
Adri









mercoledì 19 agosto 2009

superenalotto, 1 euro di maleducazione

I ragionamenti sulle statistiche dei miei figli mi convincono a tale punto che l'ultima volta al casinò non ho neppure giocato. Mi sentivo già frustrata in partenza. Nel senso: "Ti accodi a quelli che non guadagnano niente alla fine o a quelli che già perderanno in partenza?"

Però, questo superlussuoso Enalotto, tutto italiano, che è al secondo posto dei record mondiali in fatto di premio, con gli aerei di tedeschi che arrivano qui per mettere la schedina e mangiare una frittura di pesce... Ditemi se, io in attesa di pensione, non potevo tentare un euro, anche se so che la chiesa e moralisti stanno mettendo in guardia contro un cambio di vita così drastico, in caso di vincita. Onestamente, non so se mi sentirei peggio.

Non stupitevi del seguente dialogo, perché io non ho mai giocato a queste cose.

La tabacchina è dietro ad un vetro quasi blindato e circondato di salvagenti, giornali e ciabatte. Già avvicinarsi alle Settimane Enigmistiche senza portafoglio in mano ti rende esposto al taccheggio.

Lei è mora, magra da stress, e ne ha pieni i coglioni. Il trucco tiene su a malapena tutto ciò che le cade nonostante i 40-50 anni. Rigida.
Però, cavolo, fa il suo laavoro, no?

IO:"Vorrei una schedina per il superenalotto"
Tzzzz, fa la macchinetta, e la "rigida" mi porge uno scontrino da supermercato, Con tutti i numeri stampati sopra. Sono sconcertata.
IO:"Avevo i miei numeri"
LEI:"Intanto paga un euro e poi va a prendersi una schedina da compilare a quel bancone"

Mi avvio col post it che dovrebbe sintetizzare le date del mio cancro (anche lui deve giocare!) e mi trovo questa schedina "a due piani" che mi terrorizza. La "rigida" vede la mia incertezza da Fracchia... le tengo testa solo perché ho la biro.
Ma lei non mi molla. E' dietro il vetro, ma la voce arriva come da una cattedra allo studente in ultima fila.

LEI: "Non deve assolutamente toccare con la penna i numeri vicini a quelli che segna"

IO mi sento già meglio solo per il fatto di avere una penna. Ma la schedina è fatta in due fasce. Sono due possibilità di combinazione, o l'una conferma l'altra come ricevuta?

Interviene uno della coda e mi dice - compassionevole - che ho due possibilità. Ciò mi sconcerta, ovviamente. Non avevo pensato ad altri numeri alternativi. E ho una folla che preme dietro. Qualcuno dice: "Eccoli quelli che vogliono i milioni quando il premio è grosso, manco sanno giocare e magari vincono" .
C'è un clima di ostilità che mi mette i brividi.

Allungo la mia schedina compilata. Quella dietro al vetro la guarda con aria schifata: "Sicuramente la macchinetta non la passa. Lei ha cerchiato i numeri, invece bisognava oscurarli".
Dietro di me ci sono tre persone che rumoreggiano sul mio dilettantismo.
Porgo la schedina.

Un euro! solo un euro.

Mette la mia schedina nella sua maledetta obliteratrice.
LEI: "Le avevo detto di non toccare i contorni dei numeri intorno
IO: "Ho solo cerchiato i numeri, senza sfiorare gli altri"
LEI: "Andavano cancellati, non cerchiati. Lo faccio io solo perchè non ho persone in coda"

NAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA, la lotteria è uno sfinimento, non fa per me.

wmaz
Adro

giovedì 13 agosto 2009

my pooper - Ben! E l'etica


Mi state mandando tante cose belle, ma cerco di essere discreta e non bombardarvi. Faccio come gli scoiattoli! Veramente spudorati! Ora arrivano solo fra le 5 e le 6 di mattina, non si fermano neppure per sgranocchiare. Portano tutto nei loro nidi, tanto sono già diventati grassi e lucidi. Non sembrano più brutti topini.
Insomma sti immagazzinando anch'io... però questa! Proprio non resisto! Mandate tutti a Marie Therese un Fiocco Azzurro di felicitazione per Ben!

Oggi giornata fantastica! Bisogna stare male per capire il gusto di stare bene! Ho vuotato completamente il garage. Sembrava un mercatino all'aperto. Stamattina Luciano mi aveva messo in guardia: "Hanno rubato altre due biciclette, entrando direttamente nei garages rimasti con la maniglia aperta". Bene, ho buttato tutto fuori (comprese 4 biciclette) perché era necessario dare una riordinata. Poi sono andata a farmi un sacrosanto pisolo e tutti a dirmi... e le biciclette? "Se le portino via!" .
Io ho perso il filo da quanto te lo mettono in culo, legalmente e illegalmente, mi sembra che non fa più differenza. Ieri, ad esempio, è venuto l'antennista. Non sono una fanatica della tv, ma quando sto male - e faccio perfino fatica a leggere - vedo che stare distesa a letto i programmi televisivi mi inducono un sonno inarrestabile. Non ho ancora capito - e questo mi scoccia non poco - se sono peggiorati i programmi o se sono io entrata nella sindrome dell'abbiocco... cosa che non mi succedeva mai davanti alla tv! Vi assicuro che è inquietante.
L'antennista, per stendere cinque metri di filo (dall'antenna sul tetto alla mia camera sotto il tetto) ha voluto 120 euro. Ma 45 minuti di lavoro con materiale a costo zero valgono la prestazione? Non stiamo diventando tutti esagerati, inflazionati e, quindi, banditi, ladri e briganti?
Io mi sono licenziata da un lavoro che amavo talmente tanto, perché... era una favola.
Ero alle medie e mi era capitato uno di quei temi del cazzo: "Cosa vuoi fare da grande?". Onestamente non lo sapevo, né avevo da sperare che non sarei finita in fabbrica (Calze Si Si).
Sicuramente mi piaceva viaggiare, ma questo è un termine improprio vista la condizione in cui vivevo. Cioè spostarmi, non viaggiare.
Però questo tema in classe lo dovevo fare... Così mi sono fatta due bigliettini, uno con scritto "giornalista" e l'altro "hostess". Li ho mescolati sotto il banco... E' uscito "giornalista". Sarà per quello che ho chiuso con le lingue straniere?
Ho scritto il tema, specificando che volevo fare la giornalista, e descrivendo il giorno prima, quando avevo portato la pagella a casa. Nel tema la chiamai "Pajella".
Tze, Tze... non era una brutta Pajella... sfigatella... Adesso non passi questi traumi...
Me lo ricordo ancora il voto di quel tema: 8. Mica potevo aspirare di più, non era neppure concepibile. In quegli anni, se un insegnante ti dava più di 8 lo viveva come una sconfitta: L'allievo che supera il maestro! L'allievo era antipatico per definizione. Naaaaaaaa. Era così in generale, ma per fortuna io ho avuto Buoni Maestri.
Il giudizio scritto in rosso sul tema non era esaltante, ma incoraggiante. Ovviamente non posso citarlo che a memoria: "Hai una scrittura brillante. Potresti anche fare la giornalista. La "Pajella" è stata divertente. Dedicati alla cronaca rosa o spiritosa"

Non era il mio campo.
Però ho fatto il mestiere che avevo scelto col bigliettino sotto il banco. E per questo sono stata molto determinata (cazzo che fatica solo per fare le medie e non l'avviamento). Mica era facile essere femmina nei miei anni. Perché di Donna si parlava? Non lo ricordo. Quante ingiustizie fa la grammatica quando si adegua alla Storia .

Smack
Così come sono... anche incongruente

lunedì 10 agosto 2009

Giuseppe


Ed ecco il nostro intrepido Giuseppe intento a stracciare ogni record personale di tiro a freccette. Mi ha fatto una visita lampo da domenica pomeriggio a lunedì sera. Poche ore prevalentemente impegnate a mangiare a dormire, perché - seppure per motivi diversi - eravamo entrambi mirati al recupero.
Questa settimana post terapia non mi è andata male, salvo una notte da cani che mi sono venuti crampi muscolari ai polpacci e sotto i piedi. Tutti da scoprire quelli alle mani, perché non li avevo veramente mai provati... ma ora ho ricominciato a prendere il Polase (magnesio-potassio) e la questione si sta risolvendo.
Domani notte sarà quella più densa di stelle cadenti. Raccontatemi se se siete andati a vederle. Qui per me è impossibile perché c'è ovunque troppa luminosità, anche se andassi in spiaggia.
Ora, anche se non sono neanche le 21, me ne vado a letto, sia perché sono stanca, sia perché c'è un bel temporale e mi piace moltissimo starmene a cuccia con un libro da leggere (che in questo caso è in Inglese!).
Un abbraccio a tutti.
Adriana

venerdì 31 luglio 2009

sdraio


Ho ricoperto le macchie di ruggine di questa vecchia sdraio con nastri colorati. L'effetto è gradevole e spiritoso. Credo dovrei fare la stessa cosa con me, visto che sono caduta per la seconda volta in due settimane. Stamattina ero nell'ultimo pezzo di percorso che ho preso l'abitudine di fare appena mi sveglio (4-5 chilometri a passo molto veloce, perché ci metto 45 minuti), quando la pietra sporgente di un marciapiede mi ha fatto fare un volo di tre metri... con planata molto molto ruvida, così ora ho ginocchia e gomiti incerottati... che palle! Sarà perché le medicazioni sono bianche - in aggiunta all'occhio ancora giallastro dall'ultima caduta per le scale - ma sembro più uscita da un incontro di pugilato che non una vecchia sdraio dignitosamente restaurata! UFFFAAAAAAA
Abbraccio sul nervoso
Adriana

foto grigliata







Venerdì sera grigliata da Luciano e Sandra. Io ho anche rubato qualche pannocchia giovane dal capo vicino per farle alla griglia. Peggio, Isabella è andata nell'orto di Luciano e ci siamo porate a casa due borse di verdure squisite e strettamente biologiche.
Quanto è bello vivere a contatto con la terra invece che con il cemento!
Però capisco che spesso le due cose non sono conciliabili.
Un abbraccione soprattutto a Sandra e Luciano.
Ma voi tutti che fate a Ferragosto?
Vi aspetto, ovviamente, anche perché è la mia settimana buona :-)))))))))).
Adriana

Fernando


Oggi va meglio.
Stamattina presto, ho fatto una camminata a passo molto sostenuto, anzi qualche tratto a corsettina, di quasi un'ora, tenendo d'occhio il cardiofrequenzimetro, cioè fra i 120 e i 130 battiti.
Poi, a mezzogiorno, ho affrontato la piscina, buttandomi di brutto, invece che aspettare di acclimatarmi. Così ho capito il problema. Non era solo che non riuscivo a riscaldarmi. Il fatto dell'oppressione al petto è determinato dai muscoli che sono stati interessati all'intervento. Io sono ancora niente o poco sensibile dal gomito allo sterno. Oltretutto la radioterapia ha irrigidito tutta la zona. Quindi l'acqua fredda aumentava la contrazione, dandomi la sensazione di peso sul petto.
Ora che l'ho capito non mi fa più paura. Stasera allungherò le bracciate, come oggi, e con esse i muscoli. Io ho un ottimo rapporto con l'acqua, non intendo guastarlo.

Nell'occasione vi mando una splendida foto che ho fatto a Fernando. Lui è un soggetto difficilissimo perché non sta mai fermo, esattamente come gli scoiattoli. Però questa l'ho rubata e, finalmente, è LUI!

Smack

scoiattoli dispettosi


Eccolo qua, cara Pierina. Stamattina alle 7 si è presentato puntuale a colazione, subito dopo seguito da altri due compari. Come foto non è un granché, ma appena sveglia è già qualcosa se mi vedo la punta del naso e gli scoiattoli non hanno la vocazione di stare in posa! Visto che occhietto adamantino? Sono comunque ancora piuttosto magrolini, bisognerà attendere l'autunno per vederli diventare grassi e lucidi come castagne.
Smack
Adriana

una serta "brillante"




Ieri sono venuti a trovarmi Pierina e Onofrio e, nel pomeriggio, anche Fernando.
Pierina ha fatto la siesta in giardino dormicchiando con un occhio solo, l'altro l'ha tenuto ben spalancato perché era curiosissima di vedere gli scoiattoli... Invece i fetentoni, per la prima volta da quando sono qui, non si sono fatti vivi.

Il dopo cena è stato molto divertente, perché Fernando (l'orafo) aveva portato con sé un campionario delle sue creazioni che hanno fatto "impazzire" noi signore, vicine comprese. Io stessa, che non sono particolarmente attratta dai gioielli, mi sono innamorata di un bracciale a serpente (pezzo unico) ma purtroppo dal prezzo proibitivo, anche se fatto da un amico come Fernando. Non importa, neppure una serata in allegria ha prezzo e questa è arrivata gratis, brillando di risate come pietre e metalli preziosi.

Con affetto
Adriana

partenza per il casinò




... e rieccomi :-)))))))).
Visto che già trabboccavo di gioia per l'ottimo esito della laurea, perché non concedermi una puntata
al casinò appena oltre frontiera (40 minuti d'auto).
Io e il Baby ci siamo messi in tiro e viaaaaa.....
Programma per il giorno dopo "Un matrimonio sloveno". Ma ora non ho tempo di raccontarvi, perché - sempre con il Baby - sto per tornare a Padova: domani è giorno di terapia.
Alla prossima volta.
Un abbraccio
Adriana

Albe e tramonti...







Vi assicuro che succede! Ovvero rendersi conto che alba e tramonto non sono poi così scontati. Chi non ha mai visto un'alba e un tramonto nella propria vita? Ne ho visti un sacco, mi sono detta! Ma mai su e giù dal mare. Cioè, il sole che si alza e poi si immerge nel mare, senza niente che si frapponga, tanto da sentirlo sfrigolare come una padella rfovente immersa nell'acqua fredda.
Marie Therese, la mia grande amica a Malta, è una persona pratica: si è organizzata per farmi vedere il sole sia al tramonto da una costa (prime due foto) sia all'alba, con una levataccia, dall'altra costa (le due altre foto). E, in entrambi i casi, siamo rimaste lì instupidite di dolcezza per una cosa che comunque avvine due volte al giorno e per tutti i giorni della nostra vita.
Io sarò di parte nei confronti del mare, ma un tramonto dietro le rocce di una montagna mi sembra una monetina che cade in un salvadanaio; invece lo stesso sole diventa un pesce pagliaccio quando si tratta di scomparire dentro e fuori del mare... si abbandona ad effetti speciali tanto che ti sembra di spadellare qualcosa di buono, con tanti profumi di erbe e di salso, dentro una padellona indorata dal bollore.
A volte bisognerebbe andare a caccia delle cose scontate per trovare quelle speciali.
Smack
Adriana