mercoledì 28 ottobre 2009

L'amazzone dai tiri mancini

Carissimi
anche la quindicesima è andata. Ma è stata più pesante dell'ultima volta. Ho passato una brutta notte, praticamente sveglia. Mi ero illusa che il dimezzamento del cortisone mi avrebbe portato il sollievo della terapia precedente, invece sono tornate sudorazioni, tremori sottopelle, gambe senza riposo... Prima di andare a letto ho bevuto una tisana rilassante, un'ora prima di dormire (come da prescrizione) avevo ripreso da qualche giorno ad assumere la melatonina... le ore sono passate, ma ancora mi rigiravo nel letto, incapace anche del conforto della lettura, perché la stanchezza era enorme. Alle 4 ho ceduto alla chimica: 26 gocce di En... sonno leggerissimo, subito disturbato da un paio di zanzare... mezzora di lettura, giro per casa a riordinare, consolatoria borsa dell'acqua calda... niente. La luce già alle finestre. Non che mi importasse, avevo già farcito i gatti di croccantini, quindi avrei potuto dormire fino a mattina inoltrata. Invece niente.
Ma perché la notte fa ingigantire tutto? Dal tappeto rimasto sul terrazzo (e mi sembra stia piovendo, ma se non sta piovendo ... azzo ho dimenticato di dare acqua alle piante... acqua? Ma porco cane, non ho telefonato all'idraulico e c'è il bidé che perde... ma non dovevano venire a cambiarmi la caldaia?) e giù a macellarmi con una lista infinita delle preoccupazioni più sceme... ma se mi tolg quelle dalla testa, mi enrano quelle più impegnative... meglio le sceme, che però non mi fanno ugualmente trovare requie, ma accrescono un vergognoso senso del ridicolo! Proviamo con la meditazione, la respirazione, i mantra... l'Autan contro quelle due maledette zanzare... ormai il letto è un groviglio di lenzuola gelide, calde, sudate... soprattutto macerate da sensi di colpa e di inadeguatezza... Calma! Ho vinto la mia prima battaglia con il cancro, mica da poco... E se l'oncologo l'avesse presa troppo alla leggera. C'è il mio medico di base che mi martella: "Io avrei fatto più esami...". Accidenti a lui! Cedo, mi alzo, altre 13 gocce di En. Finalmente mi appisolo. Ahahhah, cosa mi cammina sul collo? E' la coda di quell'anima nera (dentro e fuori) del gatto Francky the Voice. Sono le otto, lui e Bice la Meretrice vogliono vedermi in piedi, anche se hanno le ciotole ancora mezzo piene di croccantini. GRRRRR
Per fortuna che fuori c'è il sole... mi lancio fuori dal letto e rischio di cadere... mi fa malissimo la pianta dei piedi, come se avessi camminato tutta la notte... be', in un certo senso è stato così. Di sicuro non intendo riprovare a dormire. Mi premierò con la colazione a letto. Affetto la prugna, ci metto sopra lo yogurth magro e i fiocchi di crusca. Té, burro, marmellata e stamattina... non fette biscottate, ma pane tostato perché il profumo è molto consolatorio.
Poi comincio a leggere un libro sulle "5 posizioni tibetane" che garantiscono salute e giovinezza. Ma mi sento in colpa, perché non trovo il fiato neppure di provare gli esercizi di riscaldamento suggeriti. Penso anche alla palestra, ma quanto mi scoccia pagare un mese per usarne poco più di metà... riprendo a fare i quattro chilometri mattutini che facevo al mare... ma non oggi! E poi che schifo di aria si respira qui in città. Basta, oggi mi uccido fra letto e televisore.
E così ho fatto, continuando a mangiare verdura cruda in quantità industriale, perché dentro - come al solito dopo la terapia - mi sento terra bruciata, anzi carsica, dove ogni rivolo d'acqua sparisce in meandri sconosciuti.

Stasera ho acceso il pc e ho visto tante vostre mail che mi danno coraggio e allegria. Così ho scollato il culo dal divano. E ora sono qui, ad attingere alla speranza che domani sarà una giornata migliore, tanto che ho già fissato un appuntamento all'istituto di estetica. Tanto, dal letto al lettino, che differenza fa?

REPARTO ONCOLOGICO, SINDROME TOPO GIGIO

L'altro ieri, al reparto oncologico c'era la "sindrome Topo Gigio". Agli amici maltesi: Topo Gigio alla Tv, a cura del Settore Sanità (il Ministero mi sembra non esista più), sta pubblicizzando la prevenzione all'influenza, qualunque essa sia, che è la "sagra delle banalità", così ognuno continua come ha sempre fatto... come starnutirti in faccia, soffiarsi il naso e metterle sul carrello del supermercato, parlarti a mezzo metro anche se ha addosso il colera...
Io credo che i luoghi più infetti siano le sale d'attesa dei servizi sanitari. Sono sempre affollate, per nulla arieggiate, poltroncine una accanto all'altra, malattie fra le più varie, tempi lunghi di attesa.
La sala di attesa di Oncologia non faceva differenza. Sono rimasta un'ora e mezza ad aspettare la visita, fra gente che scatarrava e tossiva, compresa la caposala alla reception!
Sono entrata dall'oncologo e gli ho detto: "Abbiamo concordato che non è il caso di fare il vaccino, ma lei qui mi fa entrare da sana e rischio di uscire da ammalata!". "Ha ragione" mi ha risposto in uno dei suoi rari sorrisi. Grata per il sorriso, meno per l'efficienza.

SALA CHEMIO

Novità: infermiere con la mascherina su-e-giù.
Una paziente: "Perché avete le mascherine? Per l'influenza?"
L'infermiera: "No, lo prevede da sempre il regolamento"
Ok, applicato dopo l'ultima volta che sono stata lì... Ragazze, mi siete pure diventate simpatiche, ma non continuiamo a prenderci per il culo!
La caposala alla reception che tossisce a destra e manca; voi con la mascherina su-e-giù; l'oncologo che ammette di non vaccinarsi se non lo obbligano... ecco i risultati delle notizie contradditorie e dell'effetto Topo Gigio...

Compagna di poltrona, accanto a me, una bella signora, pesno fra i 30 e i 40, magrissima. Ha una voce roca. Le mettono in vena non un ago, ma un sondino. Del resto dovrà ciucciarsi una sacca che sembra una tetta di vacca come dimensione ed è piena di liquido lattiginoso. Non è un farmaco, è cibo. Aveva un cancro alla gola, è guarita, ma la radioterapia ha irrigidito i tessuti. Dice che fa fatica ad inghiottire anche l'acqua. Si fa portare una bottiglietta, poi l'accantona. Scuote i lunghi capelli biondi dal taglio perfetto e commenta: "Ci provo, anche con la minestra, ma niente mi va giù". Arriva un'altra paziente. Si conoscono e cominciano a parlare. La prima, anche lei abbastanza giovane, ha una testa tutta spelacchiata, con rade ciocche corte. Dice che preferisce così, perché berretti e parrucche le danno noia, L'altra ribatte che i suoi capelli (sotto la parrucca sono corti, morbidi e omogenei), ma che non sopporta di non vedersi con i capelli lunghi, come li ha sempre portati.
Io senza una tetta, una con capelli da gatto con la scabbia, la terza... che non riesce ad accettarsi. Una sacca di mangime è tutto ciò che si può offrire? La psicologa volontaria che va ad importunare chi sta benissimo dov'era? Evidentemente i turni frequenti di questa paziente non coicidono con i suoi, oppure nessuno gliela ha segnalata. E da chi è seguita - a livello sanitario - questa donna? La convincono a mangiare, prima che a far vedere la sua testa con capelli corti, ma perfetti?
GRRRRRRRRRRRRR... non cadrò in questi tranelli! Io sono un'amazzone. Mi esrciterò a tirare con l'arco con il braccio sinistro. Tutto qua.
Un abbraccio
Adriana

GRRRRRRRRRR

Ora, emotivamente, scrivo questo.
E' morta un' altra persona cara, perché parente di qualcuno di questa mailing. Era ammalato di cancro, ma è morto di infarto quando ha messo in moto l'auto. Cioè con la morte che ognuno si augura, netta, senza strascichi.
E' difficile parlare di morte.
Se ne sta andando andando anche la mia tabacchina. Con la sua consueta discrezione e allegria.

Questo è un passo più difficile da comprendere. IO sono guarita... e vvvai :-)

Non è così.

Sei morta prima, sei viva dopo.
Mi vergogno a dirlo, ma ora - guarita - mi sento più vulnerabile. E non so se siano oggettive le miie sensazioni. Non riesco a capire perché le mie notti sono insonni e tormentate. Ma erano le stesse di prima della diagnosi di guarigione, no? Cosa sto sbagliando, ora, che dovrei sentirmi rassicurata?

Ho di nuovo una grande confusione in testa... In testa no, anzi sì, ma il corpo... Speravo di esserni lasciata indietro la fatica di adattarmi al Femara, che dovrò prendere per 5 anni... come altre - operate da cancro al seno - hanno preso il Temoxifene.
Io sto prendendo farmaci di nuova generazione... sono fiduciosa. Ma invecchiare così in fretta... avvilisce. Unghie che si spezzano, capelli che cadono, pelle secchissima... Ovviamente fronteggio, o almeno cerco di fronteggiare, però la mattina mi sveglio e non mi vedo come mi vedete voi. E le notti... sono così vulnerabile, seppure da guarita.
Il materasso comprime ogni osso, facendolo dolere. Il gatto è anche peggio.
Domani, domani chiederò spiegazioni all'oncologo. Prima della terapia. So che non posso sfuggire a molte cose. Ma io ho quasi 60 anni. Ho già fatto la mia menopausa, perché sottopormi per altri cinque anni alla privazione di quel minimo di estrogeni che comunque avrei avuto?
GGRRRRRRRRRR
Non capisco, non mi spiegano e mi incazzo...
Mi sento standardizzata, omologata, normalizzata. GRRRRRRRRRRRRRRRR, il cancro al seno, per la mia esperienza, viene curato in modo "standard". GRRRRRRRRRRRRRRRR!
Chi rientra nei parametri è presumibilmente salvo, gli altri vanno a farsi fottere. GRRRRRRRRRR

Domani no, perché vado a afre la terapia.

Ci sentiamo
Adriana

Partenza




Carissimi
sono tornata a Padova ieri sera, stanchissima, dopo una giornata dedicata a "chiudere casa", cioè ad impaccare una miriade di cose accumulate nel corso di questa lunga estate. Io me sarei rimasta rintanata nel calduccio del mio caminetto anche più a lungo, ma due fattori hanno determinato la mia partenza: le previsioni del tempo e, soprattutto, il fatto che sono arrivati gli escavatori nella strada a me vicina, facendo un baccano che non sopporto. Ma avrei sopportato anche questo, se non fosse che domenica sarei tornata comunque, visto che è già tempo di terapia (la 14a su 18)... ma non potrebbero farmi uno "sconto di pena"???
Ora sono immersa nel grigiore uniforme di questa città che pretenderà una riorganizzazione della mia vita... e non so da che parte cominciare tante erano le cose che avevo lasciato in sospeso. A Lignano ho abbandonato, come vedete dalle foto, il mio nespolo in fiore che promette per primavera una grande produzione di frutti... per la gioia di uccelli e scoiattoli; nonché le mie passeggiate fra i pini del parco, onde approvvigionarmi delle pigne che poi bruciavo nel caminetto. Ho dovuto anche fare una selezione fra i fiori da salvare (portati a casa) e quelli da lasciare al loro destino... questo mi ha fatto proprio stringere il cuore. Ma anche questo obbedisce alle leggi di scelte che la vita obbliga a fare.
Un abbraccio
Adriana

Autunno



Ciao a tutti voi, chi c'è e chi manca. Non è problema. Io sono qui a Lignano e mi sembra strana - come avevo già detto l'anno scorso - che mi chiedate se ho freddo. Sono a Lignano. I Lignanesi sula mare vivono esattamente come noi dell'entroterra, ovvero non accendono il riscaldamento ora! Io, anzi, mi concedo il lusso che invece di mettermi un maglione accendo il caminetto... La mattina è un po' dura, ma per la mia pigrizia. Troppo bello stare a letto (stamattina ho messo il piumone), bere una tisana calda fatta con l'acqua del termo e sprofondarsi in un libro. So che non devo fare così, cioè imprigrirmi, ma poi mi dico: "Mi va di fare così". I libri sono la mia dannazione!.
Ora vi mando le foto.
Il caminetto, proprio piccolo, ma di una piacevolezza infinita.
E stasera ho messo in conserva i peperoni che mi aveva portato Luciano dal suo orto.

Gli scoiattoli si stanno esibendo al meglio, anche in terrazza.

Il mare e il fiume Tagliamento sono di un azzurro che ti straccia la mente.

Ci risentiamo

Adriana

mercoledì 21 ottobre 2009

Partenza




Carissimi
sono tornata a Padova ieri sera, stanchissima, dopo una giornata dedicata a "chiudere casa", cioè ad impaccare una miriade di cose accumulate nel corso di questa lunga estate. Io me sarei rimasta rintanata nel calduccio del mio caminetto anche più a lungo, ma due fattori hanno determinato la mia partenza: le previsioni del tempo e, soprattutto, il fatto che sono arrivati gli escavatori nella strada a me vicina, facendo un baccano che non sopporto. Ma avrei sopportato anche questo, se non fosse che domenica sarei tornata comunque, visto che è già tempo di terapia (la 14a su 18)... ma non potrebbero farmi uno "sconto di pena"???
Ora sono immersa nel grigiore uniforme di questa città che pretenderà una riorganizzazione della mia vita... e non so da che parte cominciare tante erano le cose che avevo lasciato in sospeso. A Lignano ho abbandonato, come vedete dalle foto, il mio nespolo in fiore che promette per primavera una grande produzione di frutti... per la gioia di uccelli e scoiattoli; nonché le mie passeggiate fra i pini del parco, onde approvvigionarmi delle pigne che poi bruciavo nel caminetto. Ho dovuto anche fare una selezione fra i fiori da salvare (portati a casa) e quelli da lasciare al loro destino... questo mi ha fatto proprio stringere il cuore. Ma anche questo obbedisce alle leggi di scelte che la vita obbliga a fare.
Un abbraccio
Adriana

venerdì 16 ottobre 2009

autunno



Ciao a tutti voi, chi c'è e chi manca. Non è problema. Io sono qui a Lignano e mi sembra strana - come avevo già detto l'anno scorso - che mi chiedate se ho freddo. Sono a Lignano. I Lignanesi sula mare vivono esattamente come noi dell'entroterra, ovvero non accendono il riscaldamento ora! Io, anzi, mi concedo il lusso che invece di mettermi un maglione accendo il caminetto... La mattina è un po' dura, ma per la mia pigrizia. Troppo bello stare a letto (stamattina ho messo il piumone), bere una tisana calda fatta con l'acqua del termo e sprofondarsi in un libro. So che non devo fare così, cioè imprigrirmi, ma poi mi dico: "Mi va di fare così". I libri sono la mia dannazione!.
Ora vi mando le foto.
Il caminetto, proprio piccolo, ma di una piacevolezza infinita.
E stasera ho messo in conserva i peperoni che mi aveva portato Luciano dal suo orto.

Gli scoiattoli si stanno esibendo al meglio, anche in terrazza.

Il mare e il fiume Tagliamento sono di un azzurro che ti straccia la mente.

Ci risentiamo

Adriana

martedì 13 ottobre 2009

Bellezze al vento...







Il week end magico è iniziato col fatto che Marta (la nostra ballerina di flamenco) mi ha accompagnato a Lignano. Ad attenderci c'era come al solito il buon Luciano che un mese fa mi aveva regalato una grossa zucca del suo orto. Era talmente "artistica" che continuavo a rifiutare di aprirla. Venerdì Luciano ha perso la pazienza: "O taglio questa zucca o te la butto via, perché tanto finirà marcia". E allora al lavoro! Cavolo, cosa farei senza i muscoli di Luciano? Mi ha anche sistemato in garage una bella provvista di legna per il caminetto.
Forse, per chi non ne ha ancora avuta l'occasione, Luciano e la sua famiglia si faranno conoscere partecipando alla Festa della Vigilia di Natale a casa mia. Siete tutti invitati, anche insieme a vostri amici :-)

Sabato pomeriggio, io è Marta abbiamo avuto la piacevole sorpresa dell'arrivo di Alessandro. Doveva essere una visita-lampo, invece - come al solito - non è riuscito a resistere al fascino di questa mia casetta e si è fermato per la notte, ma giurando che la mattina dopo doveva proprio andarsene, perché aveva in programma con amici una gita in bicicletta.
Domenica mattina mi sono svegliata alle 7, lasciando che quei due poltrissero ancora un po': il giardino era un incanto. La notte aveva piovuto dolcemente e la prima luce del giorno aveva una trasparenza irreale. Gazze e scoiattoli, scuotendo i rami, facevano cadere a tratti scrosci di goccioline che, ai primi raggi di sole, sembravano perle iridescenti. Il presagio di una magnifica giornata era nell'aria, così ho teso la mia trappola ad Alessandro, che è arrivato ancora insonnolito subito dopo Marta. "Ragazzi, vi dico il mio programma per una giornata che si annuncia splendida: colazione sostanziosa e poi gita al faro". Alessandro si è svegliato di botto, si è guardato intorno ed ha subito capitolato: "Portiamo anche il salame e il vino".
E sarà una giornata indimenticabile! Domenica 11 ottobre: sole da abbronzarsi e mare caldo da farci il bagno. Più una quiete assoluta. Questa sì che è una terapia contro ogni malanno!




Seeeeee, branco di depravati! Lo so che volete vedere ancora Marta! Ed eccovela qui, mentre esce dall'acqua e arranca verso il vino, poi lo beve e... raggiunge la pace dei sensi!


E per chi volesse vedere Marta dal Vivo nella sua esibizione di flamenco,
segnarsi la data di martedì 20 ottobre.

Ora si sta scatenendo un temporale... ma chissenefrega? Il mio giardino
continua ad essere fiammeggiante come il prezioso caminetto. E chissenefrega
se ho la casa "dubbiamente" pulita, una lavatrice da fare e roba da stirare?
Mi sbatto a letto e faccio fuori un bel libro, tanto gli scoiattoli li ho
già rimpinzati stamattina con noci, nocciole e spicchi di mela per i quali
vanno pazzi. E ho la coscienza a posto anche per il moto: alle 8.30 ero già
in marcia... A proposito, stamattina ho notato un fenomeno strano: se la
sabbia della battigia è bagnata solo dal mare tende ad essere dura, ma se è
stata bagnata anche dalla pioggia... diventa molle come polenta. Che fatica
stamattina, quasi come quando ho la bora contro!

Un salso abbraccio
Adriana

lunedì 12 ottobre 2009

6 ottobre (2): L'ONCOLOGO SCIOGLIE LA PROGNOSI

Rieccomi. Volevo finire di raccontarvi quel martedì 6 ottobre da cui sono "tornata da morte a vita", tanto per banalizzare ;-)

L'ONCOLOGO

Miracolo! Non c'è fila. Ho solo una persona che "è già in visita, ma è la prima visita e quindi non sarà breve" mi avvertono. Breve? 40 minuti di attesa mi sembrano un Paradiso! Se non altro avrò il tempo per calmarmi dopo il "match" (perso) con lo stronzo del parcheggio.
Ho con me un libro alto quanto un tronchetto che sto mettendo in questo momento nel mio delizioso caminetto qui a Lignano. Volevo capire meglio i miti greci, ma nella borsa mi pesano molto di più le buste con i miei esami. Quindi non riesco a concentrarmi. Mi sembrano buoni, ma sarà vero? Le letture incrociate possono anche dirti che soffri di un'unghia incarnita, oltre che di metastasi sparse... :-(

Finalmente arriva il mio momento: 12 verde, 18 blu, 7 rosa... grrr non ho conservato questo foglietto che mi ha accompagnato senza nome per quasi due anni.
L'oncologo mi riceve come sempre con il suo modo compassato che sconfina nel triste. Avrà i suoi problemi, ma anche a me non mancano. Però preferirei avere un oncologo che somiglia ad un cipresso, piuttosto che... ad una betulla, ad esempio, o ad un pioppo. Peggio sarebbe se fosse un salice piangente...
Comincia a sfogliare le analisi e per me è come se fossi a tornata a scuola... Promossa o bocciata? Certi silenzi sono assordanti. Lui poi non mi ha mai incoraggiata. Mi guardava come se fossi stata una "lapide". Io non ho mai chiesto niente, perché mi rendo conto delle difficoltà di una prognosi in caso di cancro. Però stavolta... avrei voluto dire: "Raccontami una palla, ma fammi tirare il fiato".

IL PRONUNCIAMENTO

LUI: "Le sue analisi sono molto buone".
IO: "Significa che almeno per ora posso cavarmela?"
LUI: "Direi di sì, lei è guarita"
IO: "Tanto da poter fare una festa?"
LUI: "Sì" e gli è affiorato un sorriso.

I FIGLI

Ero tutta aggrovigliata quando Filippo è venuto a prendermi all'ospedale. Guidava quando gli ho detto che ero guarita. Meglio così, non avrei sopportato Gioia, perché ancora io non la provavo, come vi ho scritto ieri. Filippo si è illuminato, ma non ha accostato l'auto per abbracciarmi. Ci siamo goduti il momento senza smancerie.
L'altro figlio, Michele. "AHHHh, mamma bionica!"
Dalle loro "moderate" reazioni, ho avuto la conferma che ho condotto bene la mia battaglia. Con serenità e consapevolezza. E riducendo le "richieste" al minimo, onde non enfatizzare ciò che era già grave. Il cancro non impedisce di farsi una tazza di té! Né fare la chemio, ad esempio, esige la presenza di qualcuno che "ti tenga la mano" in tutte quelle ore scandite da un gocciolare in vena. Leggi e ti passa.

Ora vi lascio, perché sono piacevolmente stanca, grazie ad un week end magico. Sapere di essere guarita dà una grande carica, ma gli effetti della terapia restano.
A domani
Ancora grazie per la valanga di positività-energia-preghiera con cui mi avete sostenuta.
Adriana

domenica 4 ottobre 2009

Anna Maria è morta, una brutta pagina

Anna Maria, la sorella di un'amica di questa mailing, è morta, stroncata da un cancro al seno che le aveva attaccato il fegato. Una morte dolorosa e "oscura", come leggerete dalla descrizione qui sotto fatta dalla sorella. Sono così frastornata che non trovo per ora parole di consolazione. Stanotte non ho chiuso occhio, però ora devo farmi coraggio e guidare fino a Padova. Il pc resta qui a Lignano. Ci sentiamo fra qualche giorno.

UNA BRUTTA PAGINA

"E ancora prima di uscire dall'ospedale barellata (mia sorella che c'era entrata splendidamente ragionante, sulle sue gambe e meravigliosa come sempre) con me a fare strada per la sua camera, il braccio destro del primario continuava a dire a mia madre... "tornerà qui tra cinque giorni per una parecentesi e poi potrà tornare a casa di nuovo", mia sorella mi dice "portami via!" e sembra sempre più una bambina. La sua voce stà cambiando, sembra un giocattolo rotto... ma loro dicono che sta bene. La signora dal letto vicino mi dice che il primario la mattina ha gridato che c'era stata un'associazione sbagliata... la specializzanda di turno era livida in faccia e non era più truccata come un clown, ma ancora è in giro per Sassari ... l'avrei sollevata a calci, ieri... non mi importa ora quello che pensi, era quello che avrei fatto. Il peggioramento è stato vistoso nell'arco delle ore dal mio messaggio... nemmeno il suo ex fidanzato (quello sempre innamorato... è un neurologo) ha potuto di che, se non piangere... le tossine erano ormai troppe e se non veniva fuori in quei due giorni (con tutti quei farmaci per disintossicarla...)... non sarebbe venuta fuori più...
Loro lo sapevano... ma... ora la vincerà il dolore che ci spacca o le cartelle mediche da chiedere per far casino???! Le testimonianze da seguire... Insomma hanno voluto sperimentare qualcosa senza chiederlo???! Prima sì è roba di un tre mesi... "poi no chi può dirlo?! Dopo tutto questo non è a rischio, questo è ok... e poi noi non decidiamo... decide il Signore... ne abbiamo visto di casi rientrare..". "Troviamo i recettori"... e sbagliano la prima biopsia... non conservano bene l'istologico e le chiedono di ripeterla... e perché trovare i recettori? Per un palliativo, no?!! "Sa, sono tutti fuori per un congresso, ma le parleranno tra qualche giorno"... Non andrò avanti...

sabato 3 ottobre 2009

Liquefazione

Carissimi,
le solite tre settimane stanno volgendo al termine. Lunedì devo fare analisi importanti, martedì pure, più la dannata terapia che mi lima i nervi per giorni. Essere vicini alla meta, il 27 dicembre, è ulteriore fonte di ansia. Mi diranno ufficialmente guarita o dovrò fare un altro anno di Erceptyn? Come odio il termine "precauzionale"! Non ti dà alcuna certezza. E come odio il Femara, che dovrò prendere per altri quattro anni e che mi riduce le unghie a pasta sfoglia, nonché i capelli a fieno e i muscoli a catene arrugginite. E' davvero umiliante sentirsi in questa liquefazione della mente e del corpo.
Però sono ancora una bellissima vecchia ragazza ;-)
No foto, il mio immaginario ne riuscirebbe sconfitto.
Abbracciatemi
Adriana

giovedì 1 ottobre 2009

Venezia






Dopo aver fatto le "piratesse della città morta" a Lignano, siamo partite per Venezia. L'Hotel "Il Mercante di Venezia" (quello dove avevo pernottato per il concerto di Bocelli) è veramente da raccomandare.
Abbiamo messo giù le valigie, e.... cammina cammina. Venezia è da camminare per vederla. Marie Therese è una gattofila... ci abbiamo messo strada e tempo prima che trovasse la maschera che "le sorrideva".
Prima giornata a zonzo... guardare ciò che piace, non l'obbligatorio. Seconda giornata a gustarsi Burano e Torcello.
Carlo, so che leggendomi e guardando le foto ti viene da vomitare, perché non è più la tua Venezia... Io in questo non ti capisco... Vivi dentro un miracolo e ti incazzi perché non è abbastanza miracoloso... mi hai spiegato tutte le ragioni - razionalissime - ma non potrò MAI capire perchè non ti senti fortunato.

Marie Therese è veramente una "piratessa", ma con tutto il senso positivo del termine. Per farla breve, stavamo tornando stroncate all'hotel, verso sera, e c'erano i soliti con le borse "taroccate". Marie T. contratta. Quelllo risponde che c'è marchio D&G. Marie T. risoponde: Che mi frega? Toglilo". "Non è possibile". "Allora è un problema tuo..."

Vi racconterò il seguito
ora sono troppo stanca
Adriana