domenica 8 marzo 2009

Il Ballerino, la Miliardaria e il Cavaliere

Giovedì scorso sono tornata da quell'enigma del pranoterapeuta, sperduto in un paesino della gloriosa Marca Trevigiana. ll suo studio è in questa pretenziosa galleria di un centro-bene di paese (Preganziol, provincia di Treviso). Sotto la targa di ottone, stavolta ne ho notata un'altra... dubito che mi fosse sfuggita: studio video sorvegliato. Millanteria? O è successo qualcosa (hanno rubato le bambole ai bambini, si sono presi a cazzotti durante l'attesa, si sono fatti di tutto nell'ineccepibile toilette?).
Quel posto è senza dubbio irreale nel contrasto fra l'enorme normalità e l'eccezionalità: alle pareti foto in cui personaggi famosissimi abbracciano Andrea senza alcun intento iconografico se non l'affetto; dall'altro un sito - Preganziol - che non è mica l'ombelico del mondo, no?

SUL PALCO: Irrompe Andrea (il pranoterapeuta per chi si è perso le puntate precedenti) nella sala d'attesa. Parla in dialetto.
"Avete visto chi è uscito?" dice, avvicinandosi alla porta. Sta condividendo una sorta di ingenua incredulità con il pubblico modesto che siamo noi, si stupisce di sé, come se dicesse: "Ma ancora questi tizi mondiali a Preganziol, davvero?".
Noi malati in attesa di una grazia siamo smarriti... non ci guardiamo con più solidarietà di quelli in un ambulatorio normale. Anzi, qui, non ci si guarda proprio. C'è una sintonia da: Ultima Spiaggia, Credo, La so lunga, Ci provo perché me l'ha consigliato un amico, Non ho niente da perdere. Siamo accumunati dal pudore della nostra scelta.
Andrea invece saltella con un book in mano, con tanto di dedica e autografo, e mostra: "Sapete chi è questo? Un ballerino mondiale". Dice il nome, storpia il cognome, mi asciugo una bava ideale
di saliva per questa creatura "bella e impossibile". "E mi ha anche chiesto - continua Andrea sempre più gasato - se potevamo fare una foto insieme. Lui chiede a me, se potevamo fare una foto insieme".
Peccato che questo "momento di notorietà" con VIP nello studio di Andrea è costato a noi NIP un supplemento di attesa.

DIETRO LE QUINTE: Andrea esce dallo studio, lasciandoci tutti un po' sbigottiti... anche se l'ultima volta ha fatto la stessa cosa annunciando: "Abbiate pazienza, vado a comperare il pesce". Visto che il tran-tran dell'attesa è sospeso, esco anch'io per fumarmi una sigaretta. Ed eccolo qui Andrea, anche lui a fumarsi una sigaretta e a guardare estasiato il book dell'artista. "Questo... è mondiale" mi dice. "Sì, lo so, ma guardi che si chiama..." e correggo l'accento del cognome. "Ma è vero che è gay?" chiede. "Mah... una volta lo dichiara, un' altra smentisce... "temporeggio io. "Certo che ha un corpo... gli ho chiesto di mettersi in mutande!" incalza il genuino Andrea che in genere - per quanto ne so - visita e terapizza gente perfettamente vestita. Anzi l'altra volta fra l'uscire e l'entrare di porta in porta aveva esclamato all'indirizzo di un collaboratore: "Ehi, ma quella è in mutande!". Fortuna che noi "pazienti" abbiamo appunto altro per la testa.
Ovviamente mi brucia la curiosità di sapere perché la "creatura" è arrivata da Andrea, ma la mia etica mi impedisce di mettere a prova la sua. Gran passo indietro per una giornalista, vero? Né Andrea si stava mettendo in mostra: lui non chiede assolutamente alcuna informazione sullo "status" pubblico e privato di chi va a farsi esaminare.
"... E l'altra settimana, - continua Andrea - chi arriva? La Ivana, la Trump... Tramp... insomma quella...". "E' venuta a riprendersi quel cretino di marito?" ribatto io come se fossi a un cocktail del Bel Mondo e non contro un muro d'edera a Preganziol. "No, no..." riponde lui con assoluta noncuranza (mi sa che non ha visto l'Isola dei Famosi) che schiaccia la cicca e torna in studio.

TERAPIA: lo aspetto stesa sul lettino ed è già questo grandioso, finalmente comoda e distesa. Stare a lungo seduti è scomodo per chi sta bene, peggio per chi proprio in forma non è.

ANDREA: "Allora, come andiamo?"
IO: "Meglio dell'ultima volta, ero uno straccio"
(andatevi a rileggere la puntata precedente)
ANDREA: "Sì, l'avevo capito. Ma sai, sono le cure, sono micidiali... Oggi ci occupiamo un po' del tuo fegato. E' lui a fare il lavoro peggiore, oltre ai reni..."

Ha appena messo una mano fra stomaco e reni, l'altro palmo sulla fronte, il pollice sulla punta del naso e me lo sfiora elo stuzzica come se fosse un mouse, quando irrompe un'assistente con un cellulare: "Telefono...."
ANDREA: "Tienimelo all'orecchio... Ciao Maria, ma sì di devo raccontare una cosa... E' stato qui... Come non sai chi è... E' mondiale..."

Io suggerisco nuovamente la pronuncia giusta del cognome (italiano!), ma mi viene il dubbio che la "creatura" si sia concessa un francesismo nel presentarsi.

ANDREA: "E' bellissimo, guarda che lo conosce anche una signora che ho qui... anzi te la passo..."

L'assistente prontamente mi schiaffa il cel sull'orecchio e questa Maria assatanata - in puro dialetto trevigiano - mi tempesta di domande... Ma chi è? Tanto bello è? Cos'è che fa?

Ma porca miseria, la pranoterapia non richiederebbe un po' di concentrazione? Qui sembra di essere alla sagra di paese. Io balbetto risposte verso quell'essere completamente sordo ma loquace, finché riesco ad infilare: "La saluto, stia bene...". Prontamente l'assistente incolla il cel sull'orecchio di Andrea.
ANDREA: "Maria, guarda che è gay, buono per tuo marito se vuoi...".
E giù sghignazzate stereofoniche.
ANDREA: "Sì, va bene... allora ci vediamo domenica a pranzo. Ma dì a tuo marito di tenere giù le mani, a me piacciono le donne..."

Ma che ridere!!!!!!!

Andrea si alza per congedarmi.
IO: "Non facciamo un punto della situazione?"
ANDREA: "Secondo me, se vieni una volta al mese va bene. Ti aiuterò a tener botta"

Sono uscita che mi sentivo peggio di quando ero arrivata circa la stanchezza. Confidando nell'effetto "dell'altra volta", ovvero che mi ero alzata nuova dopo un pisolino, mi sono cacciata a letto e, al mio risveglio, non era successo assolutamente niente. Mi sentivo piuttosto spossata come prima... diciamo al 60 per cento della mia forma. Delusione! E ripudio.
Il giorno dopo, venerdì, ho aperto gli occhi e ero "nuovamente nuova". Ho trascorso una giornata incredibile in quanto a energia: prelievo del sangue, palestra, spesa, pranzo per tre, messe in ordine piante e fiori, ecc. Alle 22.30 mi sono addormentata davanti all tv pienamente soddisfatta del mio giusto sonno.

Una cosa mi scoccia: pare che una volta al mese arriva un elicottero per prendere Andrea e portarlo ad Arcore (da quando c'è la foto in allegra compagnia nella sala d'aspetto). Andrea, ma l'iniezione pranoterapeutica di Energia al Cavaliere non è che l'ha fatto andare in overdose?

Un abbraccio
Adriana

1 commento:

terapiestaminali ha detto...

andrea sei un grande, Ivan Santolin da www.terapiestaminali.org