lunedì 12 ottobre 2009

6 ottobre (2): L'ONCOLOGO SCIOGLIE LA PROGNOSI

Rieccomi. Volevo finire di raccontarvi quel martedì 6 ottobre da cui sono "tornata da morte a vita", tanto per banalizzare ;-)

L'ONCOLOGO

Miracolo! Non c'è fila. Ho solo una persona che "è già in visita, ma è la prima visita e quindi non sarà breve" mi avvertono. Breve? 40 minuti di attesa mi sembrano un Paradiso! Se non altro avrò il tempo per calmarmi dopo il "match" (perso) con lo stronzo del parcheggio.
Ho con me un libro alto quanto un tronchetto che sto mettendo in questo momento nel mio delizioso caminetto qui a Lignano. Volevo capire meglio i miti greci, ma nella borsa mi pesano molto di più le buste con i miei esami. Quindi non riesco a concentrarmi. Mi sembrano buoni, ma sarà vero? Le letture incrociate possono anche dirti che soffri di un'unghia incarnita, oltre che di metastasi sparse... :-(

Finalmente arriva il mio momento: 12 verde, 18 blu, 7 rosa... grrr non ho conservato questo foglietto che mi ha accompagnato senza nome per quasi due anni.
L'oncologo mi riceve come sempre con il suo modo compassato che sconfina nel triste. Avrà i suoi problemi, ma anche a me non mancano. Però preferirei avere un oncologo che somiglia ad un cipresso, piuttosto che... ad una betulla, ad esempio, o ad un pioppo. Peggio sarebbe se fosse un salice piangente...
Comincia a sfogliare le analisi e per me è come se fossi a tornata a scuola... Promossa o bocciata? Certi silenzi sono assordanti. Lui poi non mi ha mai incoraggiata. Mi guardava come se fossi stata una "lapide". Io non ho mai chiesto niente, perché mi rendo conto delle difficoltà di una prognosi in caso di cancro. Però stavolta... avrei voluto dire: "Raccontami una palla, ma fammi tirare il fiato".

IL PRONUNCIAMENTO

LUI: "Le sue analisi sono molto buone".
IO: "Significa che almeno per ora posso cavarmela?"
LUI: "Direi di sì, lei è guarita"
IO: "Tanto da poter fare una festa?"
LUI: "Sì" e gli è affiorato un sorriso.

I FIGLI

Ero tutta aggrovigliata quando Filippo è venuto a prendermi all'ospedale. Guidava quando gli ho detto che ero guarita. Meglio così, non avrei sopportato Gioia, perché ancora io non la provavo, come vi ho scritto ieri. Filippo si è illuminato, ma non ha accostato l'auto per abbracciarmi. Ci siamo goduti il momento senza smancerie.
L'altro figlio, Michele. "AHHHh, mamma bionica!"
Dalle loro "moderate" reazioni, ho avuto la conferma che ho condotto bene la mia battaglia. Con serenità e consapevolezza. E riducendo le "richieste" al minimo, onde non enfatizzare ciò che era già grave. Il cancro non impedisce di farsi una tazza di té! Né fare la chemio, ad esempio, esige la presenza di qualcuno che "ti tenga la mano" in tutte quelle ore scandite da un gocciolare in vena. Leggi e ti passa.

Ora vi lascio, perché sono piacevolmente stanca, grazie ad un week end magico. Sapere di essere guarita dà una grande carica, ma gli effetti della terapia restano.
A domani
Ancora grazie per la valanga di positività-energia-preghiera con cui mi avete sostenuta.
Adriana

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