mercoledì 28 ottobre 2009

L'amazzone dai tiri mancini

Carissimi
anche la quindicesima è andata. Ma è stata più pesante dell'ultima volta. Ho passato una brutta notte, praticamente sveglia. Mi ero illusa che il dimezzamento del cortisone mi avrebbe portato il sollievo della terapia precedente, invece sono tornate sudorazioni, tremori sottopelle, gambe senza riposo... Prima di andare a letto ho bevuto una tisana rilassante, un'ora prima di dormire (come da prescrizione) avevo ripreso da qualche giorno ad assumere la melatonina... le ore sono passate, ma ancora mi rigiravo nel letto, incapace anche del conforto della lettura, perché la stanchezza era enorme. Alle 4 ho ceduto alla chimica: 26 gocce di En... sonno leggerissimo, subito disturbato da un paio di zanzare... mezzora di lettura, giro per casa a riordinare, consolatoria borsa dell'acqua calda... niente. La luce già alle finestre. Non che mi importasse, avevo già farcito i gatti di croccantini, quindi avrei potuto dormire fino a mattina inoltrata. Invece niente.
Ma perché la notte fa ingigantire tutto? Dal tappeto rimasto sul terrazzo (e mi sembra stia piovendo, ma se non sta piovendo ... azzo ho dimenticato di dare acqua alle piante... acqua? Ma porco cane, non ho telefonato all'idraulico e c'è il bidé che perde... ma non dovevano venire a cambiarmi la caldaia?) e giù a macellarmi con una lista infinita delle preoccupazioni più sceme... ma se mi tolg quelle dalla testa, mi enrano quelle più impegnative... meglio le sceme, che però non mi fanno ugualmente trovare requie, ma accrescono un vergognoso senso del ridicolo! Proviamo con la meditazione, la respirazione, i mantra... l'Autan contro quelle due maledette zanzare... ormai il letto è un groviglio di lenzuola gelide, calde, sudate... soprattutto macerate da sensi di colpa e di inadeguatezza... Calma! Ho vinto la mia prima battaglia con il cancro, mica da poco... E se l'oncologo l'avesse presa troppo alla leggera. C'è il mio medico di base che mi martella: "Io avrei fatto più esami...". Accidenti a lui! Cedo, mi alzo, altre 13 gocce di En. Finalmente mi appisolo. Ahahhah, cosa mi cammina sul collo? E' la coda di quell'anima nera (dentro e fuori) del gatto Francky the Voice. Sono le otto, lui e Bice la Meretrice vogliono vedermi in piedi, anche se hanno le ciotole ancora mezzo piene di croccantini. GRRRRR
Per fortuna che fuori c'è il sole... mi lancio fuori dal letto e rischio di cadere... mi fa malissimo la pianta dei piedi, come se avessi camminato tutta la notte... be', in un certo senso è stato così. Di sicuro non intendo riprovare a dormire. Mi premierò con la colazione a letto. Affetto la prugna, ci metto sopra lo yogurth magro e i fiocchi di crusca. Té, burro, marmellata e stamattina... non fette biscottate, ma pane tostato perché il profumo è molto consolatorio.
Poi comincio a leggere un libro sulle "5 posizioni tibetane" che garantiscono salute e giovinezza. Ma mi sento in colpa, perché non trovo il fiato neppure di provare gli esercizi di riscaldamento suggeriti. Penso anche alla palestra, ma quanto mi scoccia pagare un mese per usarne poco più di metà... riprendo a fare i quattro chilometri mattutini che facevo al mare... ma non oggi! E poi che schifo di aria si respira qui in città. Basta, oggi mi uccido fra letto e televisore.
E così ho fatto, continuando a mangiare verdura cruda in quantità industriale, perché dentro - come al solito dopo la terapia - mi sento terra bruciata, anzi carsica, dove ogni rivolo d'acqua sparisce in meandri sconosciuti.

Stasera ho acceso il pc e ho visto tante vostre mail che mi danno coraggio e allegria. Così ho scollato il culo dal divano. E ora sono qui, ad attingere alla speranza che domani sarà una giornata migliore, tanto che ho già fissato un appuntamento all'istituto di estetica. Tanto, dal letto al lettino, che differenza fa?

REPARTO ONCOLOGICO, SINDROME TOPO GIGIO

L'altro ieri, al reparto oncologico c'era la "sindrome Topo Gigio". Agli amici maltesi: Topo Gigio alla Tv, a cura del Settore Sanità (il Ministero mi sembra non esista più), sta pubblicizzando la prevenzione all'influenza, qualunque essa sia, che è la "sagra delle banalità", così ognuno continua come ha sempre fatto... come starnutirti in faccia, soffiarsi il naso e metterle sul carrello del supermercato, parlarti a mezzo metro anche se ha addosso il colera...
Io credo che i luoghi più infetti siano le sale d'attesa dei servizi sanitari. Sono sempre affollate, per nulla arieggiate, poltroncine una accanto all'altra, malattie fra le più varie, tempi lunghi di attesa.
La sala di attesa di Oncologia non faceva differenza. Sono rimasta un'ora e mezza ad aspettare la visita, fra gente che scatarrava e tossiva, compresa la caposala alla reception!
Sono entrata dall'oncologo e gli ho detto: "Abbiamo concordato che non è il caso di fare il vaccino, ma lei qui mi fa entrare da sana e rischio di uscire da ammalata!". "Ha ragione" mi ha risposto in uno dei suoi rari sorrisi. Grata per il sorriso, meno per l'efficienza.

SALA CHEMIO

Novità: infermiere con la mascherina su-e-giù.
Una paziente: "Perché avete le mascherine? Per l'influenza?"
L'infermiera: "No, lo prevede da sempre il regolamento"
Ok, applicato dopo l'ultima volta che sono stata lì... Ragazze, mi siete pure diventate simpatiche, ma non continuiamo a prenderci per il culo!
La caposala alla reception che tossisce a destra e manca; voi con la mascherina su-e-giù; l'oncologo che ammette di non vaccinarsi se non lo obbligano... ecco i risultati delle notizie contradditorie e dell'effetto Topo Gigio...

Compagna di poltrona, accanto a me, una bella signora, pesno fra i 30 e i 40, magrissima. Ha una voce roca. Le mettono in vena non un ago, ma un sondino. Del resto dovrà ciucciarsi una sacca che sembra una tetta di vacca come dimensione ed è piena di liquido lattiginoso. Non è un farmaco, è cibo. Aveva un cancro alla gola, è guarita, ma la radioterapia ha irrigidito i tessuti. Dice che fa fatica ad inghiottire anche l'acqua. Si fa portare una bottiglietta, poi l'accantona. Scuote i lunghi capelli biondi dal taglio perfetto e commenta: "Ci provo, anche con la minestra, ma niente mi va giù". Arriva un'altra paziente. Si conoscono e cominciano a parlare. La prima, anche lei abbastanza giovane, ha una testa tutta spelacchiata, con rade ciocche corte. Dice che preferisce così, perché berretti e parrucche le danno noia, L'altra ribatte che i suoi capelli (sotto la parrucca sono corti, morbidi e omogenei), ma che non sopporta di non vedersi con i capelli lunghi, come li ha sempre portati.
Io senza una tetta, una con capelli da gatto con la scabbia, la terza... che non riesce ad accettarsi. Una sacca di mangime è tutto ciò che si può offrire? La psicologa volontaria che va ad importunare chi sta benissimo dov'era? Evidentemente i turni frequenti di questa paziente non coicidono con i suoi, oppure nessuno gliela ha segnalata. E da chi è seguita - a livello sanitario - questa donna? La convincono a mangiare, prima che a far vedere la sua testa con capelli corti, ma perfetti?
GRRRRRRRRRRRRR... non cadrò in questi tranelli! Io sono un'amazzone. Mi esrciterò a tirare con l'arco con il braccio sinistro. Tutto qua.
Un abbraccio
Adriana

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