giovedì 30 ottobre 2008

Il Dio Telefono

Carissimi
mi sento finalmente in ripresa. Oggi ho fatto la quarta seduta di radioterapia e tutto sta procedendo per il meglio: non aspetto più di mezz'ora e la mia pelle, a cui elargisco quotidianamente ben tre diversi tipi di crema, per ora non registra problemi. A quello che succede sotto cerco di non pensarci; anzi, mentre sono stesa sul lettino fingo di farmi una lampada abbronzante.

Fra i vari problemi in corso di soluzione, avevo anche quello del lavaggio del port. Veramente mi seccava andare fino all'ospedale di Piove di Sacco per farmi semplicemente dare una siringata d'acqua. Così, martedì mattina ho cominciato a telefonare nelle varie strutture ospedaliere di Padova che potevano fare al caso mio: Hospital Day di Oncologia, Reparto di Oncologia, Centro regionale Tumori. Niente da fare! Ovunque o dava occupato, o squillava a vuoto, o si inseriva il fax. Così ieri pomeriggio, prima della seduta di radio, sono andata all'Hospital Day di Oncologia, ufficialmente aperto solo di mattina. Ho trovato un infermiere in età (simpatico e tombeur de femme) che senza perdere un secondo mi ha seduta su uno sgabellino e vuotato la famosa siringa nel port, ridendosela di appuntamenti e di impegnative mediche per un'operazione tanto banale. "Ma all'ospedale di Piove queste cose me le richiedono... è un tale casino là" gli ho detto. "Casino a Piove? - mi ha risposto - Io ho un fratello che da un anno va a fare la chemio lì e le assicuro che non è niente in confronto al casino che c'è qui". Ok, ho avuto un colpo di fortuna: la persona giusta, al momento giusto, nel posto giusto. Grazie Agostino, ma possibile che le cose filino liscie solo quando si incappa in queste rare e felici combinazioni? Ma la parola "standard" non ha proprio più alcun significato? Possibile, ad esempio, che tre reparti importanti come quelli che ho citato non possano avere un centralino efficiente?
E' incredibile come nell'epoca dei computer si ricorra ancora a così tanta carta, così come il Dio Telefono funzioni solo per le puttanate. Giusto stamattina sentivo che secondo la rilevazione fatta da una società di sondaggi di Mestre, la famiglia italiana - in piena crisi economica - è disposta a tagliare su tutto, ma non a rinunciare al cellulare. Oltre il 50 per cento dei bambini delle elementari ha il cellulare personale...
Riflessione senza alcun intento moralistico: sappiamo bene che in ogni "tribù" il rito del passaggio all'età adulta (più o meno sanguinario) è sempre stato fondamentale. Noi "civilizzati" non siamo mai stati da meno: dai pantaloni corti a quelli lunghi in altri tempi, alle chiavi di casa nei miei. Ora è il cellulare ad essere il momento dell'emancipazione? Ma non ci si rende conto che dare un cellulare ad un bimbo è consegnargli non solo le chiavi di casa, ma quelle del mondo? E magari non del migliore?

Un abbraccione
Adriana

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