sabato 25 aprile 2009

FRA TALEBANI E TOPI GRIGI

Ciao a tutti voi,
è difficile dirvi come mi sento fisicamente oggi. Stanca come dopo una battaglia, ma soddisfatta. Né vincitori, né vinti... però con la soddisfazione di essermi battuta bene, perché ora conosco meglio le mie truppe. Il cancro è il nemico, ma le truppe terapeutiche sono lanzichenecchi che se non riesci a gestire sono anche peggio di chi devi fronteggiare. Avete presente il cosidetto "fuoco amico"? Io non capivo più da dove e da chi venissero gli attacchi, quindi se sparare col cannone alle mosche o se fare "grat grat" sotto la pancia delle tigri.
Secondo me, ci sono solo due modi per venire a capo delle cose che accadono: conoscerle oppure ignorarle. Ovvero intervenire, oppure astenersi.
Per mia natura preferisco il primo.
Martedì scorso (giorno di terapia) ho avuto la soddisfazione che l'iceberghiano oncologo comincia a dare segni di disgelo culminato con le confidenze che lui ha molto sofferto per la morte del suo cane e io della mia gatta. Ma prima siamo anche riusciti a parlare della mia situazione. Sono in buone condizioni fisiche. Nessun esame da fare se non il controllo del cuore.
"Sto aumentando un po' di peso... due chili in due mesi".
"Sì, sì capita... faccia un po' di moto"
"Vado in palestra tre volte alla settimana... Avrete una casistica... Si aumenta più o meno di 5 chili?"
"Anche di più, ma poi si può diminuire".
"E la mia vagina? Morta e sepolta? Non le sembra un modo maschilista questo di non affrontare il caso?"
"Maschilista no, direi... mancanza di sensibilità, non abbiamo questo tipo di cultura. Chissà quanto ci vorrà prima di affrontare il tema con la dovuta franchezza"
MALEDETTI TALEBANI DI CASA NOSTRA!
Lo perdono questo oncologo che metto continuamente in imbarazzo solo perché finalmente mi ha dato risposte esaurienti sull'Erceptyn, ovvero la pera che mi fanno per flebo ogni tre settimane.
E' vero che l'Erceptyn è una sferzata a livello nervoso ed è per questo che mi danno una ragguardevole dose di Valium prima della somministrazione, onde evitarmi in corso tutta una serie di tremori e di spasmi. Però l'effetto Valium dopo 5-6 ore passa (potevano dirmelo, noooo?) e così ti ritrovi che non dormi, non stai bene in piedi (perché troppo stanca), né distesa (troppo agitata).
Stavolta ho cominciato ad assumere tisane della "buona notte" e valeriana, onde prolungare l'effetto sedativo del valium. Appena sentivo che anche questi rimedi si facevano blandi, facevo subentrare di notte una ventina di gocce di En. E quiete, soprattutto. Più tanta tanta verdura cruda, perché un altro effetto collaterale è quello di un'arsura tremenda che neppure l'acqua può calmare, in quanto viene espulsa immediatamente.
Magari scopro l'acqua calda nel raccontare queste cose, ma perché non deve essere la struttura ospedaliera a dare queste indicazioni? Perché deve essere sempre tutto demandato ad altro personale o ad altre strutture?
Il primo referente è il medico. E' impossibile che lui non sia informato su reazioni neurovegetative o di banale arsura.
Eppure il paziente, quando va da un medico, sente solo cantilene rispetto a farmaci ordinati: "Non fumare, fai moto, mangia mediterraneo, controlla il peso, evita lo stress". Punto. Sei affidato al "fai da te" o alle case farmaceutiche e paralimentari.
Continua a sembrarmi una medicina in cui prevale la malattia, non il malato. Ognuno è geloso della propria "scienza", che finisce col diventare "corporazione". E "corporazione" sono anche quelli che non si integrano con la "scienza" ufficiale.
CHE CASINO!
E in mezzo ci sono quelli, come me, che tengono più alla vagina che ad una tetta di silicone, perché la vagina è sacrosanta, indipendentemente che la usi o meno, mentre una tetta di silicone è puramente estetica.
A volte, sbam sbam, mi sembra di sbattere la testa contro l'ovvio. Sbam, sbam, sbam, ma in che mondo falso e pregiudiziale vivo? Sbam, sbam, sbam dove è l'impedimento per capirsi? Sbam, sbam, sbam... mangiare una mela ha dato consapevolezza, andarsene dalla gabbia è stata conoscenza, imparare a comunicare è stato utile, ma conflittuale.
Aspetto ancora che si cominci a parlare.
TOPO GRIGIO
Ebbene sì, c'era ancora in sala chemio la suora invadente. Eravamo tutti più prostrati del solito. Sonnecchiare sarebbe stato l'ideale, nonostante la tv che nessuno guarda e che nessuno zittisce per ripetto a chi tiene un occhio su due aperto. Invece eccola Topo Grigio che si risveglia dal torpore e si mette in moto al primo colpo come la mia Mini dopo mesi di garage. La vicina di poltrona è intronata quanto me, ma più cortese. Aveva già sopportato uno scambio di alici alla ligure e - in alternativa - in saor da parte di altre due signore all'altro capo della stanza. E lei aveva pure detto la sua, consigliando un trito di cipolla di Tropea... ma l'argomento stava esaurendosi come gli ultimi colpi di squash contro il muro, quando Topo Grigio aggancia la malcapitata che sperava in un attimo di quiete e la sottopone ad una raffica di chiacchiere sul proprio utero asportato come fette d'anguria. Io sono in pieno effetto Valium, la testa mi ciondolola, decido di assecondare il rumore... mi assopisco per qualche minuto, anche se sono martellata dallo squittio del Topo Grigio. Un'infermiera (sadica o pietosa?) abbassa il volume della tv... Ora Topo Grigio può imperversare senza tenere testa a nessuno. Aggancia il mite volontario Riccardo e gli fa sciorinare tutti i tormenti da cancro che la defunta moglie ha avuto e a causa dei quali lui si è immerso in questo girone dove tenta di rendersi utile.
Topo Grigio finisce di pasturarsi delle altrui disgrazie dopo un'ora e mezza di ininterrotto monologo. Stavolta ci ha risparmiato la preghiera collettiva. Non voglio sapere perché! Non voglio cedere al mio Ego! Ero troppo annebbiata per guardarla così male come avrei voluto!
Perché Topo Grigio? Pelle cinerina, ciuffi cespugliosi che sfuggono alla cuffia e baffetti grigi sopra incolore bocca senza labbra.
Adriana suonata

Nessun commento: