giovedì 27 agosto 2009

terribile e consolante

Carissimi, anche la dodicesima è fatta. L'oncologo mi ha guardato dispiaciuto quando gli ho detto che pensavo fosse la tredicesima. Me ne mancano altre 6. Troppe per non sentirmi più scocciata. Stanotte alle 4 ho messo a posto lo sgabuzzino, poi finalmente la "corrente nervosa" si è interrotta e ho dormito per quasi due ore. La seccatura è non sapere mai come andrà: oggi, ad esempio, mi sento in forma... ma fra un poco andrò a letto. Qui mi dicono che fa caldo, invece io sto benissimo a questa temperatura. Ieri, quando sono arrivata, avevo freddo.
Ma veniamo, se vi va di continuare a leggermi oltre al "bollettino sanitario", alle notizie dal reparto oncologico.

PAUSA CAPPUCCINO

Sono arrivata all'ospedale alle 11.30. L'amnpia entrata del bar si affaccia sul corridoio che porta ai piani. Butto un'occhiata e chi vedo al bancone? Le due stronze oncologhe! Mi affretto all'accettazione per prendere il mio numero, che significa l'oncologo a cui ho deciso di dare la mia preferenza, visto che il primario l'ho visto solo una volta in quasi due anni... ma tanto, me l'avevano detto, lui è sempre aggiornato sulle cartelle cliniche.
Ok, prendo il numero e, avendo due persone in lista pprima di me, scendo a fumarmi una sigaretta. Fra l'una e l'altra cosa è andata via una mezzora. Torno alla sala d'attesa - gremita - di persone , che aspettano la visita , altrimenti non si accede alla terapia.

UNA DONNA: Sono qui dalle 7, non ne posso più"
ALTRA DONNA: "Le porte degli ambulatori sono aperte, si vede che hanno avuto un'emergenza..."
IO: "No, sono giù a prendere il cappuccino..."
DONNA: "Ma è strano, non è mai successo..."
IO: "Ha ragione, non pensavo che esistesse anche la pausa cappuccino, oltre a quella di pranzo dalle 13 alle 14"
Entrambe mi guardano con riprovazione. Non si toccano i Santi!

L'oncologo che mi sono scelta non è così stronzo, lui si ferma fino a quando ha mandato la mandria in sala chemio. Non so se mangia quando e dove, ma sicuramente smaltisce la coda dei pazienti. Sarà anoressico rispetto alle due culone? Non credo, ha il senso del dovere, ma quanto è comunque succube al clima di indifferenza dell'ambiente. Mi sono chiesta: "Ma questo atteggiamento di disaffezione dal paziente, non sarà uguale a quello che antiche madri portavano a dare un nome al nascituro solo dopo due anni di vita? Quando cioè il peggio era superato? Ma questo è giustificabile come atteggiamento anche con i malati di cancro?".
"Quanto timore si ha della morte, della perdita, della sofferenza? "
"Quanta indifferenza si mette in campo per difendersi?"
"Quanto si diventa ostili per fare barriera?"

SALA CHEMIO

Sono riuscita a guadagnarmi un lettino. Spero di dormire, perché la "pera" di Valium è davvero una seccatura. Non permette di leggere, ma neppure di dormire. Sei in pre anestesia. Mi sto slogando le mascelle a furia di sbadigliare e sto pensando - da ottimista - che domani avrò un viso fantastico per una sessantenne. Insieme al Valium c'è il Cortisone che è meglio di un lifting, salvo far balzare la bilancia di due chili.
Che sonno, che sonno... come vorrei dormire. L'albero delle pere incombe su di me con tutti i suoi flaconi (4). Invece è tutto un casino: sono nella stanza senza tv, ma c'è la musica... non ho neppure capito da dove viene, chi la sceglie, chi la mette... Ma nessuno ha parlato della musica classica che stimola perfino il latte alle mucche? Invece qui è sempre un gran casino: bip bip di quelli che finiscono il flacone; signorina, infermiera, Barbara o lucrezia di quelli che finiscono il flacone senza bip bip perché non è a tempo; i parenti che intrattengono i congiunti che rompono le palle, visto che sono già ampiamente assistiti; i volontari che disturbano visto che non sono utili... ecc.
I pazienti che - non avendo il problema del Valium - conversano da una poltrona all'altra.

CRONACA COSTRETTA

Mi ritrovo nuovamente accanto a quella che ha lì il marito che le "porta l'acqua con le orecchie". Vuole tutto. Lui deve restare lì ad osservare il gocciolamento delle flebo, "altrimenti l'infermiera non arriva e andiamo a casa alle 8". E vabbé, sarà alle 8.30... anche se non è vero perMa la sala chemio è fatta così, ovvero ci sono anche persone che vomitano e pisciano senza averne motivo. E vanno comunque rispettate, anche se scocciano.

TERRIBILE E CONSOLANTE

LEI: Ma da quando sei qui?
L'ALTRA: Da sei anni

Amici cari, mi avrete fra le palle ancora per un pezzo. Ma mandatemi il vostro affetto. E' un Dono che mi fa vivere.

Adriana

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