venerdì 14 novembre 2008

Un libro che non leggerò, PAR CONDICIO...

Alla mia lettera aperta è seguita la risposta di Stefano che metto in mailing per "par condicio" ;-)

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Cara Adriana
tu meglio di altri, sai quale possa essere il mio carattere e quali siano le mie opioni riguardo la morte. La volontà di regalarti quel libro ( pur sapendo che alla fine chi l'ha scritto è morto di cancro ) nasce da alcune considerazioni che mi sono venite spontanee dopo averlo letto. Ti sembrerà paradossale, forse ripetitivo e risaputo, ma dopo questa lettura ho realmente capito che nella vita vince chi lotta, lui non l'ha fatto. Il libro è un susseguirsi di elogi alla sua carriera, a quanto fosse considerato nell'ambiente lavorativo.... Ma solo in rari momenti si pronuncia sulle qualità personali, interiori e intime che un uomo ha. Lui parla sempre di "un avrei voluto" , "avrei fatto" "avrei".... Da ciò ne deduco che se la malattia lo ha consumato è stato perchè ha considerato se stesso come immortale perchè elogiato e considerato da tutti.... ma purtroppo solo un docente. Menziona poco della sua famiglia, dei suoi figli, degli affetti. Non ha lottato. Ha pensato a realizzarsi professionalmente senza considerare che prima di tutto si è uomini, ed attorno girano un'immensità di cose, fatti, persone che come tali vanno considerate. E' morto ricordando sogni che tali sono rimasti. Quindi alla fine di tutto regalarti quel libro, a mio modo, è un'apprezzare lo sforzo che stai facendo, un dirti che stai lottando (secondo me) nel modo più giusto, e che alla fine ce la farai perchè prima di tutto sei realizzata come Donna. E questo forse è l'unica cosa che neanche il cancro può sconfiggere.

Ribadisco, è un mio pensiero ( non poi solo mio a quanto pare.... )

Rinnovo l'affetto che ho per te e un caloroso augurio. Anche se penso che visto come stanno andando le cose su quanto appena scritto ci confronteremo a breve..... :-)

Con Affetto

Baby

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