venerdì 14 novembre 2008

Un libro che non leggerò...

Lettera aperta a Stefano, detto Baby , perché è il più giovane della compagnia (24 anni)

Caro Stefano
mi colmi sempre di attenzioni e di questo ti sono molto grata. Ieri mi hai regalato un recentissimo bestseller: "L'ultima lezione - La vita spiegata da un uomo che muore" di Randy Paush (ed. Rizzoli). Voglio spiegarti perché - io che sono un' onnivora di libri - questo non lo leggerò. Perché è un libro per i sani, non per i malati di cancro. E non perché non sia un bel libro, anzi lo consiglio a questa mailing. Ma finisce con la morte dell'autore. E questo non mi aiuta a pensare positivo. Qualche anno fa ebbe un successo clamoroso "Un altro giro di giostra" del giornalista Terzani. Lo lessi e lo apprezzai per lo spirito positivo ed esplorativo, nonostante la sconfitta finale. Anche perché si è portati a pensare: "A me non toccherà", così come i bambini non capiscono di non essere immortali. Allora ero sana e potevo permettermi di trarre insegnamento da un'esperienza di questo tipo, anche se non a lieto fine. Ora invece sono io che vivo il mio dramma personale giorno per giorno, che cerco e trovo strade per vivere al meglio, con ricette che possono essere solo individuali, appellandomi ad energie che non sapevo di avere. Mi aiuta che la morte non mi fa paura, ma mi aiuta soprattutto pensare che ce la farò. Anche solo come sfizio personale, anche solo accontentadomi di dover convivere con qualche altra forma di cancro per tutta la vita e magari morire di vecchiaia per una banale frattura all'anca.
Vedi, Stefano, regalandomi questo libro tu non ti sei reso conto del paradosso: tutti voi mi incoraggiate perché la sto prendendo bene, che il mio ottimo aspetto è già un buon passaporto per la vita, che la mia energia saprà aver ragione sul male, ecc. Anche Pausch e Terzani erano così, anzi anche meglio di me. Recentemente è scomparso pure Steve Mc Queen che amava la vita e che ha senza dubbio goduto delle migliori cure (come gli altri due), ma tutti e tre - come molti altri simili a loro - sono finiti sotto terra. Io non posso permettermi di coltivare questo tipo di pensieri. Ed è anche una delle ragioni per cui ho creato questa mailing, ovvero informare tutti gli amici contemporaneamente sulla mia salute - fisica e mentale - senza dover magari ripetere al telefono: "Non sto troppo bene", oppure "Sono incazzata", altrimenti alla fine della giornata sto sicuramente peggio.
Il libro che mi hai regalato, caro Stefano, lo terrò per quando sarò guarita.
Con immutato affetto
Adriana

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