domenica 14 dicembre 2008

Natale, cancro e dintorni

Mi sono ingroppata. Fra il dire e non dire.
Tutto ciò era partito per informare sulle mie "condizioni di salute" - come odio questo termine - tutti, nello stesso momento, evitando di ripetermi al telefono. Poi ho cominciato a fare la cronista, un cromosoma con cui nasci. Infine a raccontare anche quello che sentivo. Almeno in parte. Ora mi sembra tutto stupido, ripetitivo, egocentrico.
Ho passato questo week end in assoluto isolamento, anche perché i figli erano andati per i fatti loro e il telefono è stato agibile con molta parsimonia. Io sto bene da sola, come in compagnia. Ma il Natale è una brutta bestia per tanti. Stamattina ho sentito a Rai1 - alla trasmissione vaticana - uno che diceva di essere "alberofilo" e "presepofilo", meno per il primo ha aggiunto. "Ma ho quaranta presepi e una casa abbastanza grande per godermeli di stanza in stanza". Ma che vada sotto un ponte!
Ecco, non è nemmeno di questo che volevo parlare.
Forse sono le altre due storie che mi ingroppano, anche se per motivi diversi da quelle che si sono aggiunte.
L'attuale governo intende portare l'età pensionabile delle donne a 65 anni. Parità, dice. Quale parità? Dove era lui quando io ho evitato allo Stato le spese di accudimento dei figli all'asilo nido (tanto il posto non c'era); li ho cresciuti facendo lo slalom nei numerosi ostacoli di una società che fa pagare alla madre in termini di tempo, denaro, assistenza per tutta l'età scolastica (pubblica); in quasi sessanta anni della mia vita femminile quanti soldi ho versato nelle casse dello stato, ma, soprattutto, quanti ne ho evitato che sborsasse? Prendiamo l'accudimento degli anziani, ad esempio. Che mi risponde ora il governo, dopo che ho lasciato un lavoro che privava della vita sociale e familiare, ad una malattia che la vita se la porta via? Risponde che ho fatto male i miei conti, banche comprese. E la mia assicurazione risponde - questo mi fa proprio uscire di testa - che devo presentare copia del diploma del massaggiatore, perché l'impegnativa del medico di base che dichiara come io abbia bisogno dei massaggi, nonché la fattura dei massaggiatori non basta!
Allora si capisce che si vive nella menzogna. Sì, io sono una paziente oncologica. Sì, le cure essenziali sono assicurate gratuitamente. Ma per essenziali ci si riferisce al cancro, non a tutto ciòche ci sta intorno. E se una, come me, si pone il problema non solo di guarire, ma di riavere una qualità di vita, allora tutto diventa "lusso": dalla pomata per la radio, alla gelatina che - con la radio - non riduce la vagina ad una prugna secca... Questo è uno dei due argomenti che mi stanno ingroppando, perché davvero è difficile affrontarlo senza dar luogo a fraintendimenti.
Associazioni definiscono "mutilazione" perché ti tolgono una tetta (invece restano due: una perché è fantasma e sente, l'altra perché c'è). Ma non ti dicono che la radio chiude la vagina e che si potrebbero limitare i danni usando creme in commercio che dicono "consigliate in radioterapia". Ma tanto, se siete stati assidui nella lettura delle mie mail, avrete capito di quanto siano deficitarie l'informazione e l'accoglienza.
Io, poi, che mi presento sempre da sola, sono sempre molto... destabilizzante nelle comunicazioni.
Vi abbraccio
Adriana
ps. brutta radio! Da due giorni sento che respirando la parte sinistra non va come la destra. Ok, mi sono avvilita e ho spremuto anche qualche lacrima... cazzo, com'è duro tener duro! Però mio padre ce l'ha fece a vivere e morire dignitosamente di cancro all'intestino, seppure con un solo polmone sano (l'altro lo lasciò in campo di concentramento).

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