giovedì 5 giugno 2008

5 giugno 2008-Finalmente sono in "libertà vigilata"...

Carissimi,
Aaahhh, finalmente sono in "libertà vigilata"... Certo che i "globuli bianchi" sono proprio degli stronzi! Martedì erano ben sotto il minimo consentito per la chemio, mentre oggi - giovedì - sono tornati in quota. Quindi domani approdo finalmente all'ultima seduta. E speriamo che non ci siano sorprese, perché subito dopo la chemio (in genere comincio a star male in nottata) mio figlio Filippo mi accompagna nella mia casa al mare dove spero di restare fino al 25 giugno, giorno dell'appuntamento con l'anestesista.
Avrò con me il pc, quindi continueremo a sentirci via mail o con il cel.
Un abbraccione
Adriana

1 commento:

Anonimo ha detto...

Libertà vigilata ma pur sempre libertà!
Dai Adriana!
Riprendo solo in questi giorni la conversazione. L'impegno scolastico è stato così pressante che per settimane non ho nemmeno aperto la casella postale.
La tua battuta sulla libertà vigilata, cara Adriana, mi fa venir voglia di raccontare una mia recentissima esperienza carceraria.
Sì,hai letto bene: carceraria.
Quattro giorni.
Sono stata nominata nella Commissione d'esame della sezione carceraria, appunto,del Centro territorialeche si occupa dell'istruzione degli adulti. Non nascondo che ero un po' preoccupata: mai oltrepassato quel cancello prima.
E, ti assicuro, fa un gran effetto!
Metal detector, consegna del cellulare, controllo di tutta la documentazione che mi portavo in quadernone, via la borsetta...e l'accompagnamento col secondino attaverso i numerosi cancelli...
Crea davvero una sensazione di turbamento ilrumore secco dei cancelli chiusi alle spalle con le chiavi pendenti da grossi mazzi, proprio come si possono vedere nei film.
Un rumore che ho portato anche nel sogno.
Poi l'arrivo nell'"Area trattamentale", così la chiamano dove c'è una piccolabiblioteca, la sala con la tv e, appunto, l'auletta scolastica.
Altro cancello che si apre e che si chiude alle spalle, stavolta in compagnia dei quattro studenti sopravissuti dei 14 iniziali.
Ovvio che io ero null'altro che una mammoletta là dentro ma devo dire abbiamo stabilito subito codici e ruoli.
Ragazzi, sai? Poco più che ventenni...il più vecchio 32. Tutti stranieri: tutti arrivati con la speranza negli occhi. Chi aveva attraversato il Mediterraneo che l'ancora attivo confine orientale. Tutti incocciati subito in storie che hanno bruciato la speranza.
Vebbé basta così, rischio di esagerare.
Un caro saluto e la stretta di sempre.
marisa