lunedì 18 agosto 2008

Petardi, non fuochi d'artificio - 18 agosto 2008

OLIMPIADI

So che vi avevo annunciato fuochi d'artificio, ma permettetemi prima qualche petardata.
Mi ha colpito questa faccenda del super atleta cinese che ha messo piede in campo e poi si è fermato fra l'imbarazzo e la delusione di tutti. Le spiegazioni (?) sono state molto confuse e imbarazzanti. Come vorrei poter raccogliere la sua storia vera, magari banalissima, aderente al fatto che "stava male"... ma non mi tornerebbe in questa versione, senza voler essere dietrologa. Stamattina, alla radio, ho ascoltato il commento del nostro ex campione olimpionico di corsa (1960) di Livio Berruti. Ha detto cose molto significative, anche se malamente diluite dai giornalisti.
Inizio dalla meno importante, altrimenti me la dimentico. Il giornalista ha affermato che i record, seppure in miglioramento stratosferico, hanno un limite oggettivo: "Non si potrà mai percorrere i 100 metri in un secondo". Berruti ha risposto che anche la Fisica era assoluta, ma è diventata opinabile da quando deve (o dovrebbe) - in base a nuove scoperte - rivedere le proprie valide, ma irrigidite leggi. "Non escludo che in futuro si possa correre in tempi assurdi rispetto ad ora". E non parlava di costumi in fibra tecnologica, alimentazione (12 mila calorie al giorno per quel figone di nuoto) o prestanza fisica. Parlava di una "Soglia".
La seconda cosa che sta esplodendo - ma non fa abbastanza botto perché tanti colgano - è la disparità di trattamento. La punibilità a cui ha accennato Berruti nei confronti degli atleti che praticano sport "secondari" .
Vi ricordate - se l'avete visto - il vincitore medaglia d'argento mi pare di tiro al piattello? Ha promesso l'escavatrice al figlio, ma ha anche chiesto di non gravare con la tassa il premio olimpico. La questione è stata appoggiata dalla medaglia d'oro femminile... ora non mi viene il nome... ma a me lo sport agonistico non interessa. Però ho anche sentito dai colleghi giornalisti affermare che il Premio in denaro i per i nostri atleti olimpici superano anche gli Stati Uniti (non ricordo le cifre, ma ho memorizzato un triplo).
Allineata, e scocciatissima, la squadra di scherma femminile di scherma che ha portato a casa una medaglia d'oro. Erano con biglietto (11 ore di volo) in classe economy, mentre hanno visto i calciatori (hanno perso con il Belgio) in classe business.
Torniamo al nostro cinese, sul quale aveva puntato tutta la Cina.
Berruti ha detto: "Ai nostri tempi non esisteva l'immagine. Si rischiava e basta, saremmo stati in pista comunque, anche non al meglio della nostra forma".
Che è successo a questo temutissimo cinese che si inginocchiato a pochi metri dalla partenza?
A quelli che hanno la mia età ricordo Mark Spitz,campione di nuoto nel '67, mi pare. Mitico! Era uno di noi con quel suo caschetto di capelli alla Beatles e tutta la la sua vèrve polemica.
Ma questo cinese, così sconosciuto a noi, seppure conosciuto ad un miliardo di persone, chi è?
Quando ho sentito la notizia, mi sono proiettata in una sala di cineforum della mia adolescenza. Ma mi sono confusa. Era "Ricorda con rabbia" di Osborne. No. Ma ho sentito la stessa tensione. Ahhahah, il mio cervello-immondizia... Devo scavare in una discarica per cercare qualcosa di significativo.
Per chi non ha visto il film: lui è un ragazzo dei quartieri bassi. Poteva solo finire in riformatorio. Non comunica, ma trova nella squadra di corsa campestre-maratona il proprio posto. Sicuramente è il più bravo. Sa che può vincere l'avversario, non ricordo se all'interno dello stesso carcere o in competizione con un altro.
Ricordo questa maratona. I piedi in bianco e nero che battevano muschio, pietre, acqua. Lui è il primo. Lo vedo. La sua faccia sudata. La sua determinazione per arrivare alla meta. Rivedo la faccia degli operatori sportivi, degli educatori, del educatore del carcere. La vittoria - certa - è per loro. Un trionfo dei metodi educativi, dell'omologazione.
E lui corre. Sa che avrà molti privilegi dalla sua vincita. Arriva, ansimante, gli altri indietro, il filo del vincitore da abbattere. Si è fermato due metri prima del traguardo. Inginocchiato. Non sconfitto.
Non tutte le storie mi incrociano.
Adriana

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