venerdì 6 febbraio 2009

Buon compleanno

Buon compleanno cancro mio.
Erano circa le 9 di mattina di un anno fa, quando mi sono svegliata col seno sinistro gonfio, bollente e vagamente dolorante. Anche esteticamente bello (e chi se la sognava più una tetta così soda?), se non avessi sospettato che si trattava di qualcosa di brutto. Il resto è storia nota: una relazione molto burrascosa, ma da cui si può uscire arricchiti... che parola scontata! Meglio dire che si diventa meno scontati, più essenziali e concreti. Ma ovviamente non basta un anno per fare un percorso così importante, nemmeno la lunghezza comunemente intesa di una vita; figurarsi poi se questo inflessibile Maestro decide a proprio arbitrio di porre fine all'insegnamento.
Ma oggi non voglio che sia giorno di introspezioni, delle quali mi sto accorgendo di abusare da qualche tempo a questa parte. Né voglio tuttavia che tale giorno sia assimilato all'uniformità degli altri.
Il "segno" più consono che ho trovato è in questo brano tratto da "Le metamorfosi" di Apuleio. E' un romanzo (consigliatomi da mio figlio Michele) estremamente moderno, divertente, con suspence e linguaggio sciolto, quindi non fatevi fuorviare da ciò che vi trascrivo, perché appare nel finale, ma non svela né l'esito, né è indicativo dello stile di lettura-scrittura.
L'ho intitolato arbitrariamente, solo per dare l'dea a chi viene rivolta la supplica estrema, e l'ho messo in forma di prece, anche se di fatto è in prosa, ma non ho alterato praticamente nulla.

PREGHIERA ALLA LUNA

"Tu che con questa luce femminile
rischiari le mura di ogni città
e con il tuo umido calore
nutri le feconde sementi;
Tu che nel ciclo
dei tuoi moti solitari
spargi ovunque il tuo incerto bagliore,
con qualunque nome,
con qualunque rito,
sotto qualunque aspetto,
sia lecito invocarti.
Ti prego soccorrimi infine
nel momento estremo
della mia sventura,
risolleva il mio destino in miseria,
concedi una tregua e la pace
ai casi crudeli che ho patito.
Basta sofferenze, basta pericoli!
Fa' sparire il volto orrendo della bestia,
restituiscimi alla vista dei miei cari
e a quella di me stessa.
E, se poi è qualche dio offeso a perseguitarmi
con crudeltà implacabile,
mi sia almeno concessa una buona morte,
se non mi è dato di vivere".

Grazie caro Apuleio (attorno ai 125 anni d.c.)

Adriana

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