venerdì 6 febbraio 2009

Pranoterapia, una brava massaia

Era verso la fine di settembre, quando ancora impregnata di mare e di scoiattoli avrei potuto credere anche alla fata turchina. Ma il consiglio di recarmi dal pranoterapista Andrea non lo accettai perché predisposta ad una personale suggestione, bensì incuriosita dal fatto che mi venisse dato proprio da un medico "ortodosso", specialista in un ospedale della provincia veneta. Il secondo motivo per cui fissai l'appuntamento (tre mesi di attesa) è che Andrea esercita a mezz'ora da Padova. Il terzo è che chiede 30 euro a visita, quindi valeva la pena di togliersi una curiosità.
Ci sono andata ai primi di dicembre. Era questo uno dei due argomenti su cui vi scrivevo di non mi sentirmi pronta a parlarvi, sia per pudore, sia perché sentivo di dover maturare le riflessioni.
L'appuntamento è stato preso insieme al nostro amico Fernando, quindi lui, se lo riterrà, potrà darvi impressioni con un'altra angolazione dalle mie.

Lo studio con targa di ottone "Andrea pranoterapeuta" è in un moderno edificio: ampia sala d'attesa con 20 posti a sedere, stanza di segretria, due salette di ricevimento, due di terapia, un ripostiglio, bagno attrezzato anche per portatori di handicap. Colori predominanti nel sobrio ma legante arredamento il bianco e il nero, musica "colta" in sottofondo. Le pareti della sala d'attesa e tutto il corridoio fino al bagno sono scandite da sobrie foto trenta per trenta, tutte in bianco e nero, in cornice nera. Tutta una in fila all'altra e tutte con Andrea familiarmente insieme, cioè tete a tete, ad arcinote persone della politica, dello spettacolo e del clero.
Sul tavolo della sala d'attesa un librone alto venti centimetri con lettere di ringraziamento e di stima, nonché certificazioni di medici e ospedali vari, insieme a qualche articolo di stampa.
I posti sono tutti occupati, l'attesa snervante, quindi il librone me lo sfoglio e lo leggo con attenzione: sono tutti attestati o di estremi miglioramenti o di complete guarigioni.

Andrea, 50 anni direi, scoprì le sue capacità di pranoterapeuta quando uscì da un coma provocato da un incidente stradale, più altre esperienze che per brevità tralascio.

Finalmente è il mio turno. Entro e mi sdraio sul lettino. Andrea ha l'aspetto cordiale e simpatico del salumaio di fiducia, o dell'edicolante sempre pronto alla battuta. Insomma, non si atteggia a quello che non può sembrare. Si siede accanto a me, mi prende una mano e mi fa in effetti una "radiografia", comprese un paio di dritte su disturbi dei miei figli. E io muta come un sasso, perché mica gli voglio dare indizi. Bella sciarpona, anzi, per mascherare la tetta mancante.
Che potevo dirvi allora? Sbalordita no, impressionata sì. Non posso dire che ci abbia azzeccato in tutto, ma certo era come uno che si muoveva nella nebbia con un grosso faro, quindi a pestare merde non ci è mai arrivato, anche se è risalito dai miei piedi alla testa elencandomi tutte le magagne, compreso il piccolissimo nodulo che ancora ho al seno destro.
"Se vuoi - mi ha detto - di posso dare una mano, vieni magari un altro paio di volte a distanza di un mese".

Devo dire che non si spaccia per guaritore, ma come coadiuvante nel seguire i pazienti a cui raccomanda analisi (nel caso scopra qualcosa di insospettato) o comunque di farsi seguire dalle strutture mediche se è il caso.

Oggi ci sono tornata. Parole ancora meno della prima volta. "Mi sento uno straccio". "Le cure che fai sono pesanti, ora cerco di darti un po' di energia in modo da superarle". Una mano sulla fronte e sul petto per una decina di minuti. Fine.

Sono uscita che mi sentivo peggio di prima. Forse mi pesava il suo silenzio che mi sembrava: "Capiamoci, cerco di aiutarti come posso, niente di più nel tuo caso". Un atteggiamento onesto.

Al mio ritorno a casa avevo già deciso di lasciar perdere Andrea e mi sono infilata a letto. Quando mi sono svegliata, qualcosa era cambiato. Non tanto, ma almeno non avevo quella piccola febbre persecutoria e sono riuscita a preparare la cena senza vedere l'ora di accasciarmi sul divano.

CONSIDERAZIONI

Essendomi occupata di medicina cinese (o orientale), meditazione e Tai Chi, sono convinta che l' "energia" governi il nostro corpo. Sono altresì convinta che non si possa fare a meno della medicina occidentale, ma che le due conoscenze adeguatamente integrate portino solo vantaggi.
E che c'entra con questo la pranoterapia? Ci sono persone che, come le brave massaie fanno con la casa, riescono a tenere in perfetto ordine il corpo: spolverano anche gli angoli più nascosti, sturano i lavandini, fanno risplendere i vetri, ecc. ovviamente sanno anche riparare le piccole magagne, in modo che l'incuria non arrivi al degrado. Penso che Andrea faccia questa manutenzione generale, ma che ti avverta se è proprio dell'elettricista che hai bisogno. Ma non può certo farti tornare a nuovo un divano da buttare... Tuttavia una casa, anche se malconcia per qualche crepa, quando è pulita e ordinata è meno attaccabile da muffe, batteri e quant'altro... Gira aria nuova, entra il sole, non stagna la polvere... Forse bisogna intendere così - senza limiti preconcettuali e senza false aspettative - l'azione di un buon pranoterapeuta.
Vi terrò aggiornati, perché voglio vedere che succede il mese prossimo.
Un abbraccio
Adriana

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