lunedì 23 febbraio 2009

LA PAURA DEL CONTAGIO

Ok, ok...
Ma se state leggendo questa mail prima della precedente, avrete difficoltà a capire.
ok, ok... dicevo, in risposta alle vostre sollecitazioni che non possono che essere disinteressate, dal momento che non ho nulla per contraccambiare.
Forse ho sbagliato nella precedente mail a dire che avere il cancro non rende interessante. Sicuramente è passata la mia emergenza-cancro, ora sono in una routine non so per quanto, tipo assedio o guerra di trincea, voglio dire. Nell'una e nell'altra situazione si poteva restare impantanati per mesi ed anni... Ci pensarono - DOPO - scrittori e poeti a raccontarla. Ma nel frattempo - quelli sotto le mura o dentro le buche - mica avevano granché da raccontare, se non gli sporadici scontri. La mia preoccupazione di tediarvi è perché non vorrei omologarmi al media-sistema in cui la non-notizia diventa notizia.
L'unica variante del mio sguardo - rispetto a ciò che potete vedere voi - è che un cancro può accorciarti la vita, ma allungare la vista.
Si tende a rimuovere il passato, ignorare il futuro e concentrarsi sul presente. Ma non è che con questo si arriva all' "illuminazione", cioè a fottersene di tutti e di tutto.
Che vi posso dire? Ho passato un ottimo week end, con un pieno di energia che non sentivo da mesi. Sono riuscita a spostare mobili e ciarpame fino a riavere quella "stanza tutta per me", di cui parlava Virginia Wolf. La notte è stata emicrania e vomito.

IL DOLORE

Il dolore diventa un concetto molto relativo quando si ha il cancro, ovvero ci si aspetta il peggio. Tutto ti sembra meno di quanto potrebbe accaderti. Infatti mi sono stupita di quanto soffrissi per un mal di testa che non era dei peggiori. Poi mi sono resa conto che da un anno a questa parte non ho sofferto di grandi dolori, neppure mal di testa! L'unico dolore che ricordo - terribile - è stato quando sono uscita dalla sala operatoria, ma mezzora dopo mi hanno sedata. Quindi qualcosa di affrontabile. Il mal di testa dell'altra notte invece non mi dava tregua, perché gli antidolorifici se ne andavano con il vomito. L'avrei fronteggiato meglio una volta, ora mi sono accorta che tendevo a dire: "Anche questo?". Proibito, proibito! E' come una di quelle frasi negative che ti sfiorano dopo la diagnosi di cancro: "Perché proprio a me?". Perché - solo per onorare le statistiche - vorresti augurarlo a qualcun altro?
ISecondo me stiamo vivendo un periodo schizofrenico: più si insiste nei concetti positivi, più si attirano quelli negativi. La bontà diventa buonismo, la cattiveria è malvagità, la sofferenza moneta di scambio fra questi due poli.
In questo clima confuso è chiaro che se ti martellano concetti "new age" di vivere positivo e respingere il negativo, anche il cancro può sembrarti contagioso. Stai lontano dalle persone che ce l'hanno, così non ci pensi e non ti viene. Il cancro - secondo concetti energo-new age - se ti viene è perché il tuo corpo te l'ha dato come estremo rimedio alla scelleratezza di vita ;-))))))))))))))) fumo, alcol, rancori, sensi di colpa, aggressività repressa... Il cancro esiste come Dio, più asettico dell'Aids, però va ugualmente a punire i peccatori. Quelli con tutta quella negatività concentrata addosso... meglio evitarli. Peggio se si lagnano.
Hai la gioia di osservare dalla finestra di cucina uno scricciolo che si muove come un colibrì (perché non può essere un colibrì, veroooo??????) mangiucchiando le pigne. Ma poi vai al supermercato e incroci una persona...

LA PAURA DEL "CONTAGIO"

Lei è la madre di una mia collega al giornale. Con questa collega non c'era grande amicizia, ma si fumava una sigaretta insieme nella piazzetta sotto la redazione e si parlava non solo di lavoro, anche di quotidianità. La madre era stata segretaria quando io ero apprendista giornalista; mi stimava e mi era affezionata, tanto che quando ci incontravamo al supermercato mi fermava sempre - carrello contro carrello - a fare quattro chiacchiere, a dirmi quanto la figlia era sfruttata, ecc. La figlia non l'ho più sentita da quando ho lasciato il lavoro, la madre è capitato che la vedessi da lontano al supermercato, ma direi che sfuggiva. L'altro giorno, invece, nella corsia dei pelati è stato inevitabile trovarsi faccia a faccia. Ma lei ha detto solo ciao ed ha scantonato come se avesse il fuoco sotto i piedi, pur avendo un grave problema all'anca.

I VICINI

Fra le tante famiglie che mi abitano qui attorno, mi ha colpito in particolare una: il padre ha avuto un cancro in bocca, la madre un cancro al seno, la figlia maggiore anche. Ovviamente sanno ciò che mi sta capitando, ma a differenza di prima, quando ci incrociamo, non mi chiedono neppure come va. Ciao, ciao.

Capirei se io fossi la persona lagnosa che se solo chiedi "Come va?" ti sbatte in mano una cartella clinica, ma vi sembra il mio caso?
Ho citato due esempi, ma potrei portarvene molti altri... che comunque non mi rattristano, ma mi danno da pensare. Questo sì. Non mi piacciono le persone che per esorcizzare le proprie malattie evitano i malati o peggio li colpevolizzano.

Un abbraccio a chi non teme il contagio ;-)))))))))))))

Adriana

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