venerdì 6 febbraio 2009


Carissimi
non sono ancora in forma all'80 per cento come il mio "ricco" standard mi aveva abituato, fra alti e bassi dall'inizio della mia malattia. Ma direi che sono risalita dal 30-40 al 60, rispetto ai giorni scorsi. Troppo poco per concedermi di andare al Capodanno cinese di Prato (Firenze), come avevo programmato per questo week end, ma abbastanza per concedermi una serata a teatro. Domani, sabato, smaltirò la fatica con la frustrante spola fra letto e divano, o magari che so... le mie quote azionarie-benessere avranno un balzo in avanti, ma l'importante è che stasera mi sono sentita nuovamente al mondo. Del resto, come fa il flamenco a non tirarti fuori le viscere? Tanto per non dire sempre palle! L'energia del flamenco è pranoterapeutica, tanto per tenere il filo con l'ultimo argomento. E poi, non è proprio dei bambini pestare i piedi quando qualcosa diventa esplosivamente da esprimere? Ma non è stato uno spettacolo così "primordiale", bensì una raffinata trascrizione del Don Chisciotte per flamenco e ballo moderno. Il flamenco nella tragicità assordante del presente, il ballo moderno nel soft fantastico di musica classica. Questo Don Chisciotte mi è piaciuto da impazzire proprio perché confonde gli schemi. E' più alienante pestare i piedi o abbandonarsi al sogno?
Io ho grande affetto per la professionalità e la personalità di Marta, quindi sono parziale: quanto ha vissuto, anche con piccoli gesti esclusivi e spontanei, la scena monopolizzata da altri!
Grazie Marta, anche tu mi hai fatto un dono di energia.
Abbraccione
Adriana


PS: Quella che vi ho inviato non è una foto di repertorio. E' Marta che si era già cambiata all'uscita del camerino nel tempo che io fumavo una sigaretta! Pare che in teatro non si potessero scattare foto. Né io avevo voglia di imbarcarmi in queste discussioni, anche se il tesserino di giornalista mi avrebbe assolta. Ecco perché sono al 60 per cento ;-)
Rinnovo l'abbraccio
Adriana


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