giovedì 24 luglio 2008

la "fatina" - 24 luglio 2008

Carissimi
sono a casa da martedì sera, ma sono state giornate di fuoco per molteplici motivi, non ultimo il fatto che ho avuto la febbre a 38 per due giorni.La mia repentina partenza da Lignano è stata determinata dal fatto che l'appuntamento con l'oncologo ce l'ho lunedì prossimo, mentre martedì mi vedrà il radioterapista. Poi, avrò le idee più chiare circa le terapie e i loro tempi, in dipendenza dei quali vedrò se posso o meno tornare a Lignano. Questi i fatti principali. Se volete leggere più oltre, troverete più o meno i miei soliti "cazzeggi".

PARTENZA DA LIGNANO

Oncologia mi ha telefonato alle 13.30, avvertendomi di andare munita di analisi. Bruscamente concluso quindi il pranzo che stavo avendo con Marisa, venuta a trovarmi da Trieste e già arrivata in ritardo a causa di una coda in autostrada. Alle 16 è arrivato mio figlio Filippo a prendermi. La mattina dopo ero all'ambulatorio analisi. Il tutto con un freddo bestia addosso a causa della febbre, che - per fortuna - io porto bene, così come l'età ;-)


IL DRENAGGIO

Togliermi il drenaggio sembrava diventato un affare di alta chirurgia, mentre ormai io cominciavo ad essere non solo fisicamente infastidita (24 giorni senza doccia completa e nanna solo sul fianco destro), ma anche seriamente preoccupata da queste inspiegabili puntate di febbre che temevo la risposta ad un'infezione, visto che il liquido nella sacca diventava sempre più torbido e filamentoso.
Rapido riassunto delle "posizioni":

Ospedale di Latisana-Lignano
Obbligatoria l'impegnativa del proprio medico di base o comunque di un medico esterno all'ospedale, tipo Guardia Medica. "E comunque venga quando non spurga più".

Guardia Medica di Lignano
Del medico "fai da te" siriano vi ho già parlato... pieno di buone intenzioni. Ma anche per lui il drenaggio andava tolto solo nel momento in cui non "butta più".

Il mio chirurgo, interpellato telefonicamente.
"Finché il drenaggio c'è continua a colare. E' ora di toglierlo comunque. Lo può fare chiunque".

Il mio medico, martedì sera, quando sono andata per farmi fare le impegnative per i vari esami previsti dall'oncologo.
"Dove ha messo le mani il senologo non ci metto le mie".

All'ospedale di Padova, dove stamattina mi sono recata per avere impegnative e fascicoli da portare all'oncologo.
"Il suo chirurgo non c'è. E' in sala operatoria"
"Ma ci sarà un sostituto, no?"
"Sì, ma è quasi sicuro che lei, dopo aver fatto la fila, si senta rispondere di rivolgersi al suo chirurgo"

Il mio chirurgo, da me debitamente atteso fino a mezzogiorno, e che poi mi ha liberato dall'impiccio in cinque secondi.
Io: "Mi dispiace perseguitarla per una cosa così da poco, ma non trovo nessuno che me lo tolga"
Lui: "Non me ne parli... la capisco".

Mi ha comunque rassicurata in merito alla febbre e al mio stato debilitazione (pensavo di riprendermi più in fretta!): in realtà sono stata operata nel tempo minimo di attesa dopo l'ultima chemio (tre settimane invece di un mese) e quindi l'organismo è ancora stressato da quella terapia.


MATTINATA ALL'OSPEDALE CON "FATINA"
Nella segreteria di Chirurgia la signorina si è messa ad imbustare il mio "curriculum oncologico" per i vari destinatari: all'oncologo, al radiologo (mammografia al seno destro), al radioterapista, al medico di base. E io chi sono? L'ultima ruota del carro? Anzi, le chiusure già pretrattate con la colla normale sono state ripassate con lo stick di Bostik. Volevo dire: "Signorina, evita che io apra con il vapore? Guardi che non sono tipo da sotterfugio... vado dritta alla meta!". E infatti, visto che l'attesa del chirurgo si profilava lunga, sono andata a sedermi su una panchina del chiostro dell'ospedale vecchio (fine '700). Ho stracciato la busta indirizzata al mio medico di base (tanto lo sa che l'avrei fatto) e ho letto la diagnosi.

1) Carcinoma duttale infiltrante, con invasione vascolare peritumorale, della dimensione massima di 10 centimetri, che raggiunge il derma del capezzolo.
2) Metastasi in 8 dei 21 linfonodi repertati
3) Metastasi in 3 dei 3 linfonodi repertati

Niente che non sapessi già, ma la parola "metastasi" messa nero su bianco per due volte, ammetto che mi ha fatto venire brutti pensieri, perfino "testamentari"... Tuttavia mi sono imposta di rispettare la regola che mi sono data: vivere tutta la questione per tappe. E la prossima è quella con di lunedì prossimo, con l'oncologo. Così ho ricominciato a respirare regolarmente e a guardarmi intorno: decisamente rasserenante il suono della fontana centrale e l'ombra dei pini (o saranno cedri del Libano?) centenari. Peccato per le aiole elegantemente circondate da basse siepi di bosso, ma invase da alte erbacce. E' stato in quel momento - giuro - che ho pensato: "Devo essere proprio giù di corda se sono qui seduta e non mi viene incontro nessuna storia...". Istantaneamente dall'ombra delle colonne si è materializzata una donnina fatta a botticella, capelli bianchi, corti e ispidi, maglietta viola con lustrini. Poteva essere Flora, una delle tre fatine della Bella Addormentata nel film di Disney? Naaaaa, l'ho capito nel momento in cui si è avvicinata alla panchina e mi ha chiesto: "Che, disturbo?" in chiaro accento romanesco. "No, no, prego". E' una rogna, non una fatina, ho pensato, progettando già di battermela. Ma lei aveva già estratto dalla borsetta borchiata un pacchetto di sigarette nuovo di zecca e per aprirlo ne stava facendo scempio, borbottando: "Eppoi me dicono de no fuma'. Si accende la sigaretta sbuffando come un mantice, sicura di trovare solidarietà, visto che stavo fumando anch'io. "Ma dico io - continua - che serve se smetto di fumare visto che ho due figli di 40 anni che in casa fumano tutto il giorno. E' come se fumassi anch'io, no? Così ogni giorno smetto e ogni giorno ricomincio". Mi ha guardato in cerca di approvazione. L'ha avuta con un cenno di comprensione e, mentre lei carbonizzava (più che incenerire) la sigaretta, mi sono persa a ripensare ad una cosa curiosa accaduta il giorno prima. Ero appena uscita dal bar dell'ambulatorio analisi, dove mi ero gustata briche con cappuccino, e mi stavo voluttuosamente fumando una sigaretta, quando si avvicina un anzianotto, mi guarda come se dovesse chiedermi un'informazione e invece: "Mi offre una sigaretta?". "Prego" faccio io porgendo il pacchetto che avevo in mano. "No, no - si schermisce - scherzavo. Io ho smesso nell'aprile del '72". E che, celebra ancora l'anniversario? Penso fra me... "Così sa? Ho smesso da un giorno all'altro" aggiunge, guardando perdutamente la mia sigaretta. Non sfoggia virtuosismo per la verità, ma solo tanta nostalgia... Infatti: "Mi scusi eh? Non volevo disturbare...". E si allontana così, un po' ingobbito, perso nel ricordo di una nuvola di fumo.
I miei pensieri vengono interrotti dalla "fatina": "Bella villetta, vero?". Guardo lei, guardo il chiostro. Siamo alle allucinazioni? Lei imperterrita allunga il braccio in un gesto circolare. No, non ha un imprevisto attacco di umorismo... Chiama il chiosco proprio così, villetta. "Be' sa - spiego io - è l'ospedale vecchio". "Quanto vecchio?". "Fine '700". "Mannaggia, è da stamattina alle 8 che aspetto una visita. Ma sto' ospedale vecchio funziona ancora?". Non ho parole, anche perché è serissima. "Dietro qui c'è quello nuovo" ribatto flebile, non sapendo proprio che dire. Ho comunque detto troppo. Lo intuisco da rapido movimento con cui guadagna mezzo metro a sedere vicino a me. "Perché sta qua lei?". "Cancro al seno" rispondo sperando di gelare la conversazione. Invece è come aver scosso una bottiglia di spumante rimasta un'ora sotto il sole. La "fatina" esplode in un resoconto sulla morte per cancro al seno di una sua sorella di trent'anni. "E papà era disposto a pagare per curarla, ma alla clinica privata non ci hanno voluto firmare la garanzia che sarebbe guarita, così l'abbiamo portata all'ospedale...". A costo di sembrare scortese, mi alzo di scatto quando coincia il capitolo sulla nipote che ha abortito a causa di un cancro al seno. Me la batto con il solito pensiero: "Ma tutti a me gli svitati?".
Un abbraccio
Adriana

ps. Ora sono molto stanca e vado a letto. Prometto che domani risponderò alle mail personali.

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